- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Skysport
Beppe Bergomi, in un'intervista concessa al Corriere dello Sport, ha detto la sua sulla mancata qualificazione ai Mondiali dell'Italia: "Stavo guardando la partita fuori onda, insieme agli altri a Sky e aspettavamo i supplementari. Non riesco ancora a capacitarmi di quello che è successo: quando ho visto la palla calciata da Trajkovski entrare in rete, mi si è gelato il sangue e non ho neppure avuto il tempo di analizzare ciò che era accaduto perché sono dovuto correre a mettermi il microfono per andare in diretta".
Bergomi, da dove vogliamo iniziare?
"Mah, forse dall’analisi della sconfitta con la Macedonia. Mi riallaccio alle parole di Mancini quando ha detto: “Non dovevamo trovarci qui”. Ho la sensazione che giocare questi play off per la squadra che aveva vinto gli Europei e aveva fatto il record di risultati utili consecutivi sia stata vissuta quasi come un’ingiustizia. Di colpo il gruppo che scendeva in campo senza responsabilità si è trovato schiacciato dalle pressioni e dalle tensioni. Prendo per esempio Jorginho: giovedì si portava nella testa i due rigori sbagliati con la Svizzera e lo vedevi che era pesante, fuori dal match. Anche altri però erano in difficoltà: Barella e Insigne stanno attraversando un periodo difficile, Emerson non è Spinazzola, Immobile, che per me è il miglior centravanti italiano, non riesce a esprimersi in una formazione dove tanti portano palla".
E così per il secondo Mondiale consecutivo saremo spettatori davanti alla tv...
"Questa eliminazione è peggiore rispetto a quella di cinque anni fa. Allora ci portavamo dietro un pessimo ranking ed eravamo arrivati secondi nel girone dietro una Spagna forte. Stavolta da teste di serie non siamo riusciti a metterci alle spalle la Svizzera contro la quale abbiamo sbagliato due rigori in altrettanti scontri diretti. E poi gli spareggi: un conto è avere come avversario la Svezia; un altro, con tutto il rispetto, è sfidare la Macedonia".
Sintesi azzardata: Mancini peggio di Ventura?
"Non l’ho detto e non lo penso. Roby è un amico e un grande allenatore. Mi dispiace per lui, ma è chiaro che, come si è preso tanti elogi quando a luglio ha fatto un’impresa vincendo l’Europeo, adesso viene criticato. Il calcio a volte sa essere crudele".
Chiellini a caldo ha detto che il Mancio deve restare e che la Nazionale deve ripartire da lui. E’ d’accordo con il capitano?
"E’ una domanda a cui è difficile rispondere. Bisognerebbe essere nella testa Roby: se lui ha voglia di ricominciare, di rimettersi in gioco e di prendersi una rivincita, allora dico di sì. Perché Mancini ci ha regalato un Europeo e bravi come lui ce ne sono pochi. Se invece ha voglia di allenare un club e non ha una visione come quella che lo ha spinto a prendere la Nazionale nel 2018... La risposta può darla solo Roberto".
Se Mancini farà un passo indietro, lei su chi punterebbe?
"Da giovedì sera sento e leggo nomi su nomi: Cannavaro, Pirlo, Gattuso, Ranieri, De Zerbi... Tutti hanno caratteristiche giuste: i tre ex campioni del mondo sanno come si vince in azzurro, Ranieri sarebbe un selezionatore ideale grazie alla sua esperien za, De Zerbi darebbe una filosofia calcistica simile a quella di Mancini. Io però se dovessi dire un nome, punterei su Gattuso. Ci vuole uno con la sua carica, il suo carisma e, al tempo stesso, la sua esperienza per ripartire in un momento simile".
Qualcuno del gruppo attuale è destinato a lasciare?
"Credo sia fisiologico. Io ho finito con la Nazionale nel 1998, dopo il Mondiale, quando c’è stato un cambio di allenatore (da Cesare Maldini a Zoff, ndr). Intendiamoci, quello che c’è non è tutto da buttare. Anzi... Credo però che Chiellini, Bonucci e altri senatori come Insigne e Immobile potrebbero dire stop".
Da chi dobbiamo ripartire?
"Da Verratti, Barella e Berardi, che nel Sassuolo l’occasione sprecata contro la Macedonia non l’avrebbe fallita, ma anche da Frattesi, Scamacca, Raspadori, Tonali, Bastoni, Spinazzola, Calabria e Gianluca Mancini".
E Donnarumma?
"La vita è fatta di scelte, ma io non capirò mai chi lascia il Milan, la Juve o il Napoli per andare in cerca di chissà cosa... Ciò premesso, noi italiani dobbiamo difendere Donnarumma perché ci ha fatto vincere l’Europeo e perché è un grande portiere. A volte si attacca qualcuno per partito preso, ma io lo continuo a considerare un top anche perché il tiro di Trajkovski era proprio nell’angolino".
Il sistema calcio italiano, invece, come deve ripartire?
"Qui da dire ci sarebbero molte cose, a iniziare dai vivai dove si pensa unicamente a far risultato e non a crescere i talenti. Ci sono troppi stranieri e gli italiani giocano poco. Ha ragione Nicolato a lamentarsi di dover cercare in Serie C degli Under 21 da convocare perché i giovani non vengono utilizzati neppure in B".
Vada avanti.
"Il rapporto tra Figc e Lega Serie A mi sembra assai complicato e conflittuale. Ci giocavamo i Mondiali e non siamo stati capaci di fermare il campionato per dare a Mancini qualche giorno di tempo in più per preparare un appuntamento così importante. Adesso però da questa mancata qualificazione ci rimetteranno sia la Federazione sia i club. A parole tutti amano la Nazionale, ma mi pare che interessi molto meno rispetto al passato. Il nostro calcio inoltre ha perso parecchio a livello europeo: dal 2010 non alziamo la Champions e da oltre vent’anni non trionfiamo nella seconda coppa, l’allora Uefa. Ci mancano intensità e ritmo: Lukaku ha dominato in A dove adesso pure Abraham si sta imponendo. In Inghilterra invece non hanno avuto tutte queste fortune. Solo un caso? Io non credo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA