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Bergomi: “Italia, ecco perché Acerbi e non Bastoni. Eriksen? Ho pianto, spero torni”

Daniele Vitiello

Le considerazioni della storica bandiera nerazzurra che sta seguendo la selezione di Mancini agli Europei

Beppe Bergomi ha analizzato le difficoltà di Italia-Austria di questa sera. Ecco le sue considerazioni ai microfoni de IlGiornale.it: "Solo sulla carta è una formalità. Noi siamo più forti ma ora cambiano le condizioni, è vero che siamo favoriti ma si tratta sempre di una partita secca ed è come se iniziasse un’altra competizione da ora in poi. Le responsabilità sono maggiori ma l’Italia sa fare bene le due fasi, ha mille soluzioni e la cosa più bella mostrata in queste partite è l’atteggiamento sempre propositivo. L'Austria è un buon un avversario, ha tantissimi calciatori che militano in Bundesliga ma le nostre qualità tecniche sono superiori, posso dire che siamo favoriti al 70%"

Qual è o quali sono i giocatori azzurri che la stanno più stupendo?

"Tutti stanno facendo molto bene ma se devo fare dei nomi dico assolutamente Locatelli-Berardi e Spinazzola. Il primo oltre ai due gol ci sta mettendo personalità, Berardi è un giocatore che non ha nessuna nazionale, salta l'uomo in maniera incredibile e crea sempre imprevedibilità e poi c'è Spinazzola che dalla metà campo in su è capace di spaccare le partite con la sua grande velocità".

Fino a dove può arrivare l’Italia, è utopico pensare possa vincere?

"Non vedo tutte queste nazionali più forti. Vero è che la Francia ha grande individualità ma se non giochi con il collettivo non arrivi da nessuna parte. Merito di Mancini che ha preparato benissimo in questi anni l'Italia facendola sembrare una squadrad di club. La cosa bella è che sono gli altri che si adattano a noi e non viceversa, è una cosa importantissima questa. Quindi non credo sia utopica che possa arrivare in fondo".

Giusto puntare su Acerbi e non su Bastoni per il ruolo di difensore centrale al posto di Chiellini?

"Non dobbiamo più ragionare così perché Mancini ha convocato anche Bernardeschi reduce da una stagione non trascendentale. Chi gioca deve essere funzionale in quel momento. Non c’è giusto o sbagliato, Acerbi è un giocatore importante ed è forte, Bastoni lo è altrettanto ma io mi fido delle scelte del Mancio e vanno accettate"

Fuori dai denti: qual è la sua favorita alla vittoria finale?

"Per scaramanzia dico la Francia"

Come ha vissuto il malore di Eriksen: cos'ha pensato in quei momenti?

"A me è venuto da piangere perché sono state davvero scene commoventi e veramente quello che abbiamo visto è stato toccante, almeno da parte mia. La cosa più bella è vedere che Eriksen ora sta bene e mi auguro possa tornare a giocare in Italia nella sua Inter. Emotivamente quella partita ha toccato molto la squadra che alla fine si è qualificata. Tra l'altro la Danimarca era la mia nazionale rivelazione ed è ancora dentro, bene così".