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Bergomi: “Non ascoltate chi faceva certe considerazioni sull’Inter. E dico una cosa su Lautaro”

Marco Macca Redattore 
Intervistato da Gianluca Rossi per il canale YouTube del giornalista, Beppe Bergomi ha fatto le sue considerazioni sullo scudetto vinto dall'Inter

Intervistato da Gianluca Rossi per il canale YouTube del giornalista, Beppe Bergomi ha fatto le sue considerazioni sullo scudetto vinto dall'Inter di Simone Inzaghi. Ecco le sue parole:

"L'Inter ora ha 89 punti e tutti dicono che era la squadra più forte e che doveva vincere. Non è così: c'è stato tanto lavoro dietro. Ricordiamoci da dove siamo partiti, dai 12 giocatori cambiati. Hanno lavorato bene, hanno fatto le scelte giuste, hanno preso giocatori funzionali e con grande attaccamento. I giocatori italiani sono importanti: gli stranieri quando giocano contro Juventus, Milan e Napoli danno tutto, ma se poi devono andare a giocare a Empoli o Frosinone non sempre capiscono il peso di certe partite, mentre gli italiani sì. L'Inter veniva da 12 sconfitte dell'anno prima, perciò dico che c'è stato un grande lavoro dietro. Non date retta a chi diceva che era tutto scontato perché l'Inter era la più forte, di scontato non c'era niente. Poi, ci sono state delle partite chiave: la prima svolta è stata il 5-1 nel derby. Lì hai preso grande forza e dato una bella botta al Milan. La seconda: con la Juventus a Torino. Pensate se la Juve avesse vinto quella partita, in un momento in cui era lì con l'Inter. E' stato un pareggio importante. Anche la trasferta contro la Roma è stata importante".

"Si è creato grande senso di appartenenza con i tifosi, lo stadio è sempre stato pieno. Fatemi dire una cosa, che ce l'ho dentro: Lautaro è il simbolo di questa squadra. In questo momento non sta facendo gol, ma è un leader: si sbatte per la squadra. E' un capitano vero, ha capito che si può essere utili anche quando non si segna, e questo lo fa chi è un leader vero. Lo metto sopra tutti".

"Se mi sembra che Marotta faccia quasi il presidente dell'Inter? Lo è. Ha deleghe totali. Mi piace sottolineare, in un mondo di tanto livore, l'eleganza della società. Sono stati attaccati per tutto l'anno, hanno sempre mantenuto tranquillità. E questo va sottolineato anche per Simone Inzaghi, che è cresciuto tanto nella comunicazione. Tutto questo ha inaugurato un ciclo di vittorie: negli ultimi 4 anni, sono arrivati due scudetti, cinque coppe, due finali europee. Siamo già dentro un ciclo, nettamente. Per essere dentro un ciclo, non serve solo vincere, bisogna sempre restare ad alto livello. Ed è quello che deve fare l'Inter".


"L'Inter ha preso un leggero vantaggio, ma non è come quello che aveva la Juventus dei 9 scudetti. L'anno scorso il Napoli ha vinto e quest'anno ha fatto male. Se vuoi riconfermarti, devi avere la stessa fame, la stessa determinazione. Vedremo la rosa che verrà fatta. Adesso è difficile fare valutazioni. Sei lì e te la giochi. Ma i due acquisti fatti (Taremi e Zielinski, ndr) sono interessanti".

"Questa Inter come quella di Mancini e Trapattoni? Difficile fare paragoni, il calcio è cambiato. Questo scudetto mi ha dato tanta gioia perché è stato vinto nella partita contro la rivale, come noi riuscimmo a fare contro il Napoli. Poi sono arrivate le due stelle. Un percorso record, come lo scudetto della mia Inter. E' stato portato avanti un gioco propositivo".


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