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Berlusconi: “Closing? Il 13 dicembre. Io presidente onorario solo se mi permettono…”

Il presidente del Milan ha parlato del passaggio di proprietà e del suo futuro nella società rossonera

Andrea Della Sala

Presente a San Siro per il derby c'era anche il presidente del Milan Silvio Berlusconi. Il numero uno del club rossonero ha parlato dell'imminente closing per la cessione della società: "Il closing è fissato per il 13 dicembre. Crediamo che non ci siano ostacoli a ottenere le autorizzazioni dallo Stato cinese. Abbiamo assicurazioni molto precise e valide anche dalle banche. Mi hanno offerto la presidenza onoraria, senza la nomina di un altro presidente. Penso che potrebbe provarsi una situazione del genere. I cinesi insistono con molta determinazione affinché io rimanga presidente del Milan. Ma restare presidente in una società di altri, era una cosa che non potevo tenere in considerazione. Devo avere possibilità di intervento, ad esempio dire sì o no su acquisti e cessioni e sullo schema da tenere in campo. Se questa cosa mi sarà attribuita, proverò di accettare la presidenza honoris causae. La permanenza di Galliani è un'altra delle condizioni che metterò per accettare. Io sono molto conosciuto in Cina. Un'ultima indagine ha mostrato come tra i politici i tre più conosciuti siano Obama, Berlusconi e Putin. Come mai? Perché sono da 22 in campo nella politica, sono tantissimi, forse troppi; sono il presidente che nel calcio ha vinto di più e sono stato anche oggetto di un attentato che ha portato la mia faccia insanguinata in tutti i telegiornali e nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Ovunque vada sono riconosciuto. L'ho visto anche a New York, camminare per strada mi era difficile perché venivo fermato con la richiesta di fotografie. Questo mi succede ovunque vada".

Su Donnarumma: "E' un frutto del nostro vivaio, di nostri allenatori veramente capaci. Ha messo su molta massa muscolare e siamo contenti che sia arrivato in Nazionale. Dietro di lui, però, c'è anche un altro portiere che i preparatori mi dicono essere altrettanto bravo e questo vuol dire che bisogna credere nel vivaio".

Sui giovani del Milan: "Se io non fossi riuscito o se non dovessi riuscire a concludere con questi soci cinesi avevo in mente una squadra tutta italiana di giovani del vivaio. Sono sicuro che i nostri tifosi accetterebbero una situazione di questo genere e avrebbero sostenuto questi ragazzi, che sarebbero andati in campo con una fame di gioco e di pallone e di successo che può rendere delle squadre giovani, capaci di superare le avversarie piu' quotate. Guardate l'Atalanta, che ha sette giovani degni di considerazione".

(Sportmediaset)

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