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BERLUSCONI VUOLE UN MILAN DI GIOVANI ITALIANI, I SUOI PERÒ LI VENDE

Silvio Berlusconi non rinuncia al sogno di un Milan prevalentemente italiano e, se possibile, giovane: “Abbiamo l’ambizione di presentare ai tifosi rossoneri una squadra tutta italiana nei prossimi anni. Stiamo cercando in tutte i...

Sabine Bertagna

Silvio Berlusconi non rinuncia al sogno di un Milan prevalentemente italiano e, se possibile, giovane: "Abbiamo l'ambizione di presentare ai tifosi rossoneri una squadra tutta italiana nei prossimi anni. Stiamo cercando in tutte i vivai e le squadre per cercare di individuare qualche giovane sui 18 anni che possa avere un avvenire sicuro. Anche perché tutti i campioni che vorremmo nella nostra squadra sono irraggiungibili per il costo richiesto per trasferirsi."

Le parole di Silvio Berlusconi fanno indirettamente un torto allo stesso settore giovanile rossonero, che sembra non essere preso in considerazione come possibile fonte di giocatori che risponderebbero all'identikit formulato dal presidente. E i fatti confermano questa tendenza, in netta contrapposizione ai desideri di Berlusconi. I giovani di talento e le nuove promesse, cresciuti nel vivaio del Milan, vengono spesso e volentieri venduti o mandati in prestito o lasciati andare via. Lo confermano le parole di Andrea Petagna (sul quale Berlusconi qualche estate fa aveva detto di puntare, chiamandolo erroneamente "Pignatone"), che al Milan una vera occasione (se non a parole) non ha mai avuto una vera occasione. Lo conferma Bryan Cristante, ora al Palermo. Lo conferma anche Hachim Mastour, sul quale la campagna mediatica è stata pazzesca (un inno continuo alle sue qualità) e che ora gioca nel Malaga. Che senso ha voler costruire una squadra di giovani italiani se poi i propri vengono mandati via senza troppi rimpianti?

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