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Bernardeschi: “Inter competitiva su tutti i fronti. Lukaku alla Juve…”

Matteo Pifferi Redattore 

Le parole di Federico Bernardeschi: "L’Inter è competitiva su tutti i fronti, è intervenuta dove aveva bisogno e farà altri colpi mirati"

Nel corso di un'ampia intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Federico Bernardeschi, ex Juve, ha parlato così del nuovo corso dei bianconeri:

«Vedo una Juve che arriva da un anno in cui sono successe tante cose che peseranno anche sul prossimo, come non fare le coppe. La Juve è sempre la Juve, ha un allenatore forte a cui affidarsi, che ha l’esperienza giusta per riportarla in alto, però non è serena e ha bisogno di rimettere nel gruppo uomini con i valori da Juventus».

Senza le coppe può puntare tutto sullo scudetto?

«Può trarne vantaggio perché con un solo obiettivo può concentrarsi sul campionato. La priorità, come ha detto Allegri, dev’essere tornare in Champions, però con una gara a settimana la Juve diventa molto fastidiosa».

Il Napoli resta la favorita?

«E’ una grande società, ha perso Kim ma ha una buona rosa e potrà ambire al bis. In più ora ha la fiducia di chi vince».

E le milanesi?

«L’Inter è competitiva su tutti i fronti, è intervenuta dove aveva bisogno e farà altri colpi mirati. Il Milan ha cambiato tanto ma ha un’idea di gioco precisa, ha perso Tonali, a cui auguro buona fortuna, però ha mantenuto Leao, un fuoriclasse, e ha preso giocatori forti. Il vero colpo è Loftus-Cheek, centrocampista moderno che ha fisico, tecnica e corsa. Aggiungo la Lazio: Sarri ha idee di gioco concrete, dà una sua impronta e porta avanti un progetto. L’anno scorso ha ottenuto grandi risultati».


La Juve deve tenere Vlahovic?

«Ne sono convinto: Dusan se sta bene fa 25 gol a campionato, nel 2022-23 ne ha segnati 14, un miracolo nelle sue condizioni. La pubalgia ti entra in testa e non ti fa stare bene mai, non sai quando va via. Io ne sono uscito operandomi. Dusan è un gran giocatore, è giovane e calcia punizioni e rigori. Serve tempo».

Si stupirebbe di vedere Lukaku in bianconero?

«Non sarei sorpreso perché il calcio di oggi è un business e lo sarà sempre di più».