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Bersellini, il ricordo di Beccalossi: “Era umanissimo, quanto mi è stato dietro…”

E' scomparso ieri l'allenatore campione d'Italia con l'Inter nel 1979-80

Andrea Della Sala

E' scomparso ieri Eugenio Bersellini, allenatore Campione d'Italia con l'Inter nel 1979-80. Manterrà sempre un record, l'ultimo tecnico ad aver vinto lo scudetto con una squadra di soli italiani, prima che poi il calcio riaprisse agli stranieri. L’Inter di Bersellini fu in testa dall’inizio alla fine, rifilò un celebre 4-0 alla Juve con una tripletta di Altobelli e vinse il titolo con due turni di anticipo mentre deflagrava lo scandalo scommesse. Bersellini schierò 16 giocatori, di cui 8 provenienti dal vivaio: proprio un altro calcio e un altro mondo. Eugenio già a 32 anni era allenatore a Lecce, poi Como, Cesena e Sampdoria prima dell'arrivo in nerazzurro. Il soprannome “sergente di ferro” glielo dà il ds Beltrami a Como, per via dei suoi metodi di lavoro. Puntava sulla preparazione atletica e introdusse lo stretching o la “vasca di fango”, un campo sabbioso e bagnato per potenziare la muscolatura.

In nerazzurro vince uno scudetto e due Coppe Italia, arriva in semifinale di Coppa Campioni, nell’ultimo anno lancia anche Bergomi e Riccardo Ferri. A ricordarlo è anche Evaristo Beccalossi: «Faccia da duro, ma umanissimo. Quanto mi è stato dietro… io non ero un gran professionista e lui mi parlava un sacco, mi regolava l’alimentazione, mi puniva. Una volta rimasi una settimana in ritiro, poi segnai un gran gol alla Lazio e mi disse: hai visto che ti fa bene? Mister, risposi, ma io mica posso stare in ritiro a vita per giocare a pallone. Mi faceva correre sotto i temporali e voleva convincermi di quanto fosse bello il rumore della pioggia. Una volta mi portò in sauna: mezz’ora di atroci sofferenze, poi esco e la bilancia dice che sono dimagrito di un chilo, poi ci sale lui e il suo peso non è calato di un grammo. ”Ma va a caghèr”, disse alla bilancia in dialetto parmense».

(La Repubblica)

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