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Inter, Berti: “Barella il mio genio. Mi volle il Milan, mi offrì addirittura…”

Marco Astori

Le parole dell'ex nerazzurro: "Ero l’idolo dei tifosi nerazzurri e un trasferimento del genere sarebbe stato pericoloso in quegli anni"

Intervenuto ai microfoni di Grand Hotel Calciomercato, Nicola Berti, ex centrocampista dell'Inter, ha parlato così di Nicolò Barella, giocatore che lo ricorda più di tutti: "Barella è il mio genio. Mi rivedo in lui. Ho il suo numero e ogni tanto ci scambiamo qualche messaggio. Gli dico di andare a letto presto. Mi piace da morire, ha la stessa voglia che avevo io. Avete visto l’assist del secondo gol contro la Sampdoria? Voglio dire…".

Berti ha poi raccontato un retroscena su un possibile addio all'Inter nel '94: "Nel 93/94 fui infortunato per gran parte della stagione. Rientrai solo alla fine, tra l’altro segnando dei gol fondamentali per la salvezza. L’Inter però aveva dei dubbi sul mio stato fisico, così aspettava a rinnovarmi il contratto in scadenza per l’estate. Fui convocato dalla Nazionale per i Mondiali negli Stati Uniti. Ed ero l’unico giocatore dell’Inter e l’unico che non aveva un contratto già firmato per la stagione successiva. Un mio amico, che gestiva la mia carriera, ebbe alcuni contatti con il Real Madrid. Mi volevano, erano convinti di me. Anche negli anni precedenti c’era stato l’inizio di una trattativa, ma niente da fare. Ci furono troppe complicazioni e non fu trovato l’accordo.

Il Milan? Mi proposero di vivere vicino a Milanello, così sarei stato comodo per gli allenamenti. Inoltre, mi dissero addirittura che mi avrebbero messo a disposizione due guardie del corpo! Ero l’idolo dei tifosi nerazzurri e un trasferimento del genere sarebbe stato pericoloso in quegli anni. Alla fine l’Inter prese in mano la situazione e Pellegrini mi contattò per firmare il rinnovo di contratto. In quegli anni arrivarono molti stranieri in nerazzurro. Io sapevo le lingue e pur giocando meno per gli infortuni, divenni un uomo spogliatoio. Moratti non voleva cedermi, ma capitò l’opportunità del Tottenham. Klinsmann mi chiamò e mi disse: «Allora, cosa fai? Vieni?». E io scelsi di raggiungerlo a Londra", ha concluso.