“Più che un ex compagno di squadra, Andy è stato per me un compagno di vita. Anche se non viveva più in Italia ci sentivamo spesso: mi chiedeva sempre come andavano le cose all'Inter, voleva vivere e respirare il presente nerazzurro. Il suo senso di appartenenza, il suo essere interista non è mai venuto meno. Anche dopo la carriera in nerazzurro ha sempre voluto ribadire il suo amore e interesse per i nostri colori. Era una persona dai valori importanti, una persona di spessore. Aveva personalità in campo ma la esprimeva con correttezza, con grande lealtà, con senso del dovere. Dal punto di vista calcistico è stato un calciatore incredibile: è l'unico giocatore incontrato in carriera del quale nessuno ha mai saputo dire se fosse destro o mancino. E poi, quando in campo eri in difficoltà, c'era una sola cosa da fare: dare la palla a Andy. Era come metterla in banca.”
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