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Anche voi eravate chiusi. E magari vi controllavano le uscite?
«Ma che chiusi? Ci mancherebbe altro. Giravamo per le strade e le piazze di questi paesini di montagna dove ci avevano portato. Con i tifosi intorno. Ci regalavano calore, senza invadenza. Noi giocatori non eravamo divi inaccessibili. E questo contatto umano ci dava forza. Ricordo le passeggiate nei boschi. E le foto, gli autografi, gli aperitivi nel bar della piazzetta. Bel clima, bei compagni, bei ricordi».
C’è un posto del cuore?
«A Cavalese in Trentino. Un luogo fantastico per ritemprarsi e allenarsi. Ci siamo tornati diversi anni».
Con chi stava meglio tra i compagni interisti?
«Aldo Serena. Siamo amici. È qui in vacanza con me».
I racconti narrano di gavettoni dalle finestre e scherzi da non far sapere.
«Uno lo posso svelare. Tanto è andato in prescrizione. All’epoca c’erano i Vhs. Si dava la cassetta alla reception dell’albergo e nelle nostre camere potevamo vedere il film in tv. Un’idea mia peraltro. Solo che quando arrivava una telefonata, la cassetta si interrompeva. Magari sul più bello. E lì partivano le proteste. Urla e parolacce. Ecco, di solito, le telefonate erano per me».
Erano gli anni di Trapattoni all’Inter.
«Il migliore in assoluto. Nessuno come lui. Anche perché è stato l’unico che mi ha allenato tre anni di fila. Mi capitava di cambiare anche due allenatori a stagione. Con lui si era creato un rapporto speciale. E poi un altro voglio ricordare in questi giorni: Luisito Suárez. Prese la squadra per traghettarla a fine campionato dopo una stagione difficile. Cosa dire? Un maestro. E un grande interista».
L’anno dello scudetto dei record, 58 punti, avevate già capito in ritiro che la stagione si annunciava brillante?
«Quell’estate in ritiro si presentarono cinque nuovi giocatori. Bianchi, Diaz, Matthäus, Brehme e, soprattutto, un certo Nicola Berti. Non so se mi spiego…».
Si spiega.
«Non ci voleva un genio per capire che avremmo fatto mirabilie. Già dal ritiro si respirava aria di scudetto».
Matthäus e Brehme. E l’anno dopo anche Klinsmann. Chissà com’erano rigidi e gelidi questi campioni venuti dalla Germania.
«Abbiamo delle idee sbagliate sui tedeschi. Si divertivano come e più di noi».
L’Inter riparte per una nuova stagione. Sensazioni?
«Mi piace come stanno costruendo la squadra. Non c’è più Dzeko? Thuram ci farà sognare. Siamo pronti per conquistare la seconda stella!».
E la Champions?
«Mai mettere limiti».
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