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Berti: “Scudetto? L’Inter sarà rivale pericolosa ma serve calma. Servirà l’aiuto di Suning se…”

Le parole dell'ex Inter sulla stagione svolta finora dalla squadra di Spalletti

Francesco Parrone

Nicola Berti è stato un’icona dell’Inter anni ’80-90, un giocatore che ancora oggi, quando entra a San Siro, viene osannato. Fu protagonista dello scudetto dei record con Trapattoni in panchina nella stagione ’88-89, un’Inter che nelle prime quattordici giornate vinse undici partite, pareggiandone tre, proprio come l’Inter di Luciano Spalletti oggi. Queste le sue parole a TuttoSport:

Berti, l’Inter di Spalletti ha cominciato il campionato come la sua di trent’anni fa: i tifosi possono sognare lo scudetto?

"Calma, calma. Intanto l’Inter oggi ha 36 punti, noi ne avevamo 25 perché la vittoria valeva solo 2 punti… Al di là delle battute, aspettiamo a fare confronti importanti. Io ho in testa solo un pensiero: se alla terza giornata di ritorno, dopo aver affrontato la Fiorentina in trasferta e la Roma a San Siro, saremo ancora lì, allora la situazione diventerà interessante e l’Inter sarà una rivale pericolosa fino in fondo. Questo passaggio vuol dire tutto, perché significa che la squadra di Spalletti avrà superato indenne il mese di dicembre, con le partite con Juventus e Lazio, e quello di gennaio. A quel punto ci vorrà l’aiuto di Suning".

Il mercato di gennaio però rischia di non essere ricco di colpi…

"Ci vogliono due-tre innesti. Non parlo di campioni, ma alcuni ragazzi giovani, come Gagliardini, che possono crescere alle spalle dei titolari, ma al tempo stesso essere pronti a dare il cambio. Perché guardate domenica: Miranda e Gagliardini sono squalificati, Vecino non sta bene e già ti vengono a mancare tre titolari, avendo una rosa non lunghissima, contro un avversario tosto come il Chievo. Se l’Inter vuole lottare per lo scudetto o essere sicura di andare in Champions, non si può lasciare nulla al caso. Visto che finora il caso è stato positivo, che le cose girano bene per l’Inter, bisogna assolutamente cavalcare la situazione. I rinforzi servono, per questa stagione, ma anche per il futuro. Io ho conosciuto i proprietari cinesi, sono persone serie, hanno risanato il club, dato certezze. La squadra va bene, quindi c’è bisogno di fare lo step successivo".

Con i rinforzi giusti l’Inter sarebbe da scudetto?

"Per me l’Inter, lo dico fra virgolette, è sempre la favorita. Penso che il Napoli sia la squadra più forte, anche perché giocano insieme da quattro anni".

A proposito di Sarri: dice che l’Inter fa un altro sport visto che non gioca le coppe europee. D’accordo?

"Ci sta che l’Inter abbia un piccolo vantaggio avendo un po’ di riposo in più. Io adoro Sarri, però non è un genio a dice certe cose, meglio se se le tiene per sé, perché alla lunga possono ritorcersi contro. Però ripeto, per me Sarri è fra i tecnici migliori in circolazione".

E Spalletti com’è?

"Uno severo, il tecnico giusto per l’Inter. Sono anch’io del partito di quelli che lo considerano il miglior acquisto nerazzurro. Ha portato serietà, è uno che non guarda in faccia nessuno, non si fa condizionare dalle voci come dimostra la gestione di Joao Mario o di Brozovic".

Questi due giocatori non sono titolari anche perché si è inserito benissimo Vecino: lo sa che a qualcuno l’uruguaiano ricorda proprio lei?

"Non è un paragone sbagliato. Vecino ha la falcata lunga come la mia, ha corsa. Deve segnare qualche gol in più per essere come me. A Firenze vedeva la porta, speriamo riprenda a farlo. Sono convinto che se Spalletti avesse una rosa più ampia, lo proverebbe anche in una posizione più offensiva. Secondo me Vecino può essere un centrocampista da 6-7 gol a campionato".

Chi segna è Icardi.

"Lascialo stare quello lì, è fortissimo. Mi chiedono spesso se mi ricorda qualcosa, io dico di no, nessuno, è unico. Icardi è come uno sciatore per come tiene i difensori distanti con i gomiti mentre si muove sul campo. Ha presente lo sciatore che in discesa sposta i paletti? Ecco, è Icardi".

Ma se Berti giocasse ancora, con chi litigherebbe?

"Con chiunque, io se non bisticciavo in campo non stavo bene".

Magari con Gattuso...

"Fa strano vederlo in panchina, adesso ha quattro gare facili, gli faccio proprio tanti auguri… Mi dispiace invece per Montella, ma si vedeva che sentiva nell’aria qualcosa di strano: nelle interviste era meno spavaldo, sorrideva meno. Bisognerebbe chiedergli se ha approvato o meno la campagna acquisti, è una cosa che mi incuriosisce".

(Fonte: Federico Masini, TuttoSport 1/12/17)

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