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Bessayah: «Barça-Inter 2010 ha reso felici molti, ma a me ha distrutto la vita»

La vita di Sofia Bessayah è cambiata nel mese di aprile 2010 quando l’Inter al Camp Nou fece l’impresa contro l’FC Barcelona in Champions League. Sofia era un membro della sicurezza quel giorno era nel Camp Nou e copriva...

Giovanni Montopoli

La vita di Sofia Bessayah è cambiata nel mese di aprile 2010 quando l'Inter al Camp Nou fece l'impresa contro l'FC Barcelona in Champions League. Sofia era un membro della sicurezza quel giorno era nel Camp Nou e copriva l'area di tifosi italiani. In un momento dell'incontro, un razzo è caduto sul suo piede, fracassandolo. Sei anni di cure e 11 operazioni, non è stata mai in grado di recuperare la normalità nella sua vita e lei dice che non potrà mai essere più la stessa. Sophia richiede un processo in cui l'FC Barcelona, ​​la società Prosegur, Securitas e la UEFA stessa le riconoscano l'indennizzo che non ha mai ricevuto. Una settimana fa Sofia ha lanciato la petizione attraverso la piattaforma Change.org con l'obiettivo di ottenere 150.000 firme e siamo a quota 148.000.

«Il 28 aprile, 2010 ha cambiato la mia vita. Per molti sarà ricordato come il giorno in cui l'Inter ha eliminato il Barcellona dalla Champions League, ma per me il ricordo è peggiore. Dovevo controllare la zona in cui c'erano gli ultrà interisti. Ora sono con una invalidità permanente totale, il dolore fisico, i disturbi mentali e farmaci per tutta la vita. Non riesco a muovere il piede, ora devo operarmi al ginocchio e non riesco a stare in piedi da sola, senza l'aiuto di stampelle o un bastone. Voglio solo il processo e voltare pagina una volta per tutte dopo quasi sei anni di sofferenza. Ma i possibili colpevoli, la UEFA il Football Club Barcellona, ​​Prosegur e Securitas continuano lavarsi le mani e non comparire in tribunale, eludendo il pagamento dell'indennizzo, che non guarirà le cicatrici fisiche e mentali che soffro. Per me è impossibile recuperare la vita che avevo prima, sia professionalmente che personalmente. Ho dovuto spostarmi in Andalusia, perché l'umidità di Barcellona ha reso impossibile il recupero. Non posso camminare per più di 500 metri al giorno, o andare a fare una passeggiata al parco con i miei due figli, e sempre devo contare sull'automobile. Da qui Chiedo che sia fatta giustizia, che i "potenti" non la facciano franca ancora una volta».

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