Ottavio Bianchi, doppio ex di Napoli e Inter, ha concesso un'intervista ai microfoni di Tuttosport. L'ex centrocampista si è ovviamente soffermato sulla gara di domani del Maradona: «L’Inter sta dominando il campionato. Il Napoli è in pieno recupero, si affronteranno due squadre in ottima salute. Sulla carta ci si aspetta una partita spettacolare, mi auguro sia così».
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Bianchi: “E’ l’anno dell’Inter. Gioca male? Chiacchiere. Non dimentichiamo…”
Le parole del doppio ex della sfida: "L’Inter sta dominando il campionato. Il Napoli è in pieno recupero, si affronteranno due squadre in ottima salute"
Alcuni però sostengono che l’Inter giochi male.
«Io lascio dire tutto. L’unica cosa che non mente mai è il campo. Il resto sono chiacchiere. Chi è abituato a stare sul terreno di gioco e a sudare, capisce perfettamente cosa voglia dire il risultato. Per ottenerlo devi lavorare, essere in condizione, utilizzare la giusta tattica, trovare un equilibrio di rapporto tra società, allenatori, atleti e stampa: sono tante le peculiarità per raggiungere la vittoria. A seconda dei tesserati a disposizione, imposti un certo modulo e attui un determinato stile di gioco. È così in tutti gli sport di squadra. Poi ci sono persone che vanno a pontificare e ognuno può parlare di tutto, soprattutto del calcio».
Quindi, cosa significa per lei giocare bene?
«A me è capitato col Napoli che la squadra avversaria, almeno per alcuni, avesse dato spettacolo. Si figuri che quella partita terminò 6-2, ma per noi. Ognuno esprime la propria interpretazione. Solo una cosa è certa: se giochi bene è più facile vincere. Se giochi male, sconfiggere i tuoi rivali è molto difficile. Per un’equazione vecchia come il cucco che vale però sempre».
Le piacciono Gattuso e Conte?
«Un allenatore può lavorare bene in un posto e male in un altro. Per me stanno lavorando bene. Anche se il mister che mi ha maggiormente impressionato è Gasperini. Nell’Atalanta si vede maggiormente la mano significativa del suo tecnico. Su come difendono, attaccano, pressano e si smarcano senza palla».
Ci sono giocatori più determinanti rispetto agli altri.
«Nell’Inter cito Lukaku-Lautaro. Ma non dimentichiamo il ruolo importantissimo di Barella, di Handanovic, della difesa. Non è una coincidenza che quando i nerazzurri hanno recuperato Eriksen a centrocampo, inserendo qualità in un contesto che già funzionava, si sia visto subito il salto. Il danese ha dato un contributo importante, come quello dei compagni citati pocanzi: ognuno apporta quel quid in più in base alle proprie caratteristiche. L’Inter dà questa idea di gruppo e di squadra coesa».
Lo scudetto si avvicina.
«È l’anno dell’Inter, ma anche del demerito delle altre, a cominciare dalla Juventus. Il Napoli se non avesse avuto tutte le problematiche che si leggono, sarebbe potuta essere una candidata per il titolo. Sono stati fatti fuori subito. Ora sono in condizione e stanno facendo vedere le proprie qualità».
Questo Napoli o questa Inter, possono essere paragonate a quelle sue?
«Sono epoche completamente diverse. Per struttura societaria, organico, parco di allenatori: tutto è differente. Noi avevamo uno staff di 2-3 persone, ora sono in 10. L’unica cosa che non cambia sono le qualità tecniche, che vengono più o meno velocizzate. Avrei voluto risponderle che anche il pallone è sempre lo stesso, ma non posso, dato che lo sostituiscono ogni stagione».
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