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Biasin: “Di Lorenzo simbolo di una Nazionale di rara bruttezza: Spalletti…”

Matteo Pifferi Redattore 
"Torniamo a casa dopo quattro partite che sono state un clamoroso “crescendo rossiniano”, ma alla rovescia", ha detto Biasin

Fabrizio Biasin, intervenuto sulle colonne di Tuttomercatoweb, ha parlato così dell'eliminazione dell'Italia dall'Europeo:

"C’è modo e modo di levarsi dalle balle, noi abbiamo scelto il peggiore. Torniamo a casa dopo quattro partite che sono state un clamoroso “crescendo rossiniano”, ma alla rovescia. Siam finiti nella Fossa delle Marianne della brutta figura, perché alla discreta partita con l’Albania (miracolo di Donnarumma allo scadere, altrimenti 2-2 e tanti saluti) è seguita l’umiliazione con la Spagna (0-1 solo per grazia gigionesca ricevuta), e all’umiliazione con la Spagna è seguita un’umiliazione ancora più grande, quella con la Croazia, perché i croati son bolliti almeno quanto noi e però li abbiamo riacchiappati solamente grazie a una folatona di Calafiori (bravo lui), finalizzata da Zaccagni (bravo pure lui). Poi è arrivata la Svizzera e abbiamo grattato il fondo del pozzo, perché con gli orologiai abbiamo messo insieme la manifesta inferiorità mostrata con la Spagna e l’imbarazzo tattico visto con la Croazia. Ed era la Svizzera, mica il Brasile di Didì Vavà e Pelé"

"L’Europeo tedesco è un disastro generale iniziato ben prima di arrivare in Germania, diciamo pure nei due test contro Turchia e Bosnia, laddove una Nazionale “pronta” fa le prove generali e schiera i titolari, ma noi no, ci siam messi a fare gli esperimenti. E gli esperimenti sono stati tanti e talmente confusi che non abbiamo capito se Spalletti avrebbe schierato la squadra con la difesa a quattro o a tre e oggi, con gli azzurri a Ibiza e Formentera, siam qui ancora a domandarci: “Ma come minchia abbiamo giocato?”, perché una volta li abbiamo visti a tre, poi a quattro, poi con le due punte e poi col tridente. Un casino generale di rarissima portata che ha avuto un unico punto fermo: Di Lorenzo. Di Lorenzo è stato convocato tra i 26 nonostante fosse reduce da una stagione orribile. Ci sta, in fondo è il capitano del Napoli campione d’Italia con Lucianone in panchina. E però un conto è “convocare”, altra cosa è accanirsi. Se vuoi bene a un tuo giocatore (Di Lorenzo resta un ottimo giocatore), la cosa peggiore che puoi fare è buttarlo in campo quando non è al massimo delle sue capacità. Se gli vuoi bene, lo levi dalla mischia. E invece così resterà il simbolo di una Nazionale di rara bruttezza, maestra di disorganizzazione, una Nazionale improvvisata che ha tirato dieci volte nella porta avversaria, ma non in una partita, in tutte e quattro messe insieme. Praticamente il nulla. Ed è vero che il nostro campionato offre poco quanto ad alternative e presunti fenomeni, ma è altrettanto vero che non siamo così impresentabili come invece ha detto Euro 2024, talmente impresentabili che abbiamo fatto più bella figura all’ultimo Mondiale, quello in Qatar. “Ma come, laggiù nel deserto non c’eravamo neanche”. Appunto. A settimana prossima".