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Biasin: “Lotito novello Dottor House. È tornato ad alzare la voce, del resto quando gli ricapita?”

Il giornalista ha parlato dell'idea del presidente della Lazio di far riprendere il prima possibile il campionato ora che i numeri sono in discesa

Andrea Della Sala

A voler far riprendere il campionato di Serie A è  principalmente il presidente della Lazio Claudio Lotito. Dell'idea del patron biancoceleste ha parlato il giornalista Fabrizio Biasin sulle pagine di Libero:

"Una clamorosa “fuga di notizie”, qualche settimana fa, ci regalò questa perla. «Se sta a ritirà», disse secondo i benissimo-informati il patron della Lazio, Claudio Lotito, durante un’assemblea di Lega. E parlava del virus. E voleva far riprendere gli allenamenti. E aveva tutta l’intenzione di dare la scossa ai colleghi, presidenti di serieA. Praticamente un novello Dottor House. Nei giorni successivi, col piffero il virus si è ritirato, lo abbiamo scoperto sulla nostra pelle. Ora che i numeri sono cambiati - ma la situazione è ancora decisamente lontana dal concetto di “normalità” - Lotito è tornato ad alzare la voce: vuole tornare in campo, poche chiacchiere, che c’è da vincere uno scudetto".

"Oh, comprensibile, del resto quando gli ricapita? Il problema sono i toni, perché, sì, il presidente dei biancocelesti è tornato a vestire i panni del Dottor House. Il tutto è completato dalla celebre questione “taglio degli stipendi”, con la Lega che chiede la decurtazione di quattro mensilità in caso di annullamento della stagione (due in caso di ripresa) e l’Aia che parla di «proposta irricevibile». Tutto come al solito, insomma: mentre i cittadini nel “mondo reale” hanno accettato a malincuore questo e quel sacrificio, nel fatato mondo del calcio non si trova lo straccio di un accordo e, soprattutto, si finge di agire «in nome dello sport» quando è evidente che ognuno si comporta per far prevalere i propri interessi (economici o legati a “vittorie da conquistare”e “retrocessioni da evitare”). La sensazione è che alla fine prevarrà il diktat dell’Uefa («terminate i campionati!») con oltre 120 partite da giocare in un paio di mesi, in assenza di pubblico e (probabilmente) di Var", aggiunge il giornalista

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