Dalle pagine del quotidiano Libero, il giornalista Fabrizio Biasin analizza la 12^ giornata di Serie A, soffermandosi sui risultati delle squadra al vertice: "La situazione è piuttosto chiara: questo bizzarro campionato non ha padrone. O meglio, ne ha ben cinque.E allora andiamo via veloci e in ordine di classifica. Dopo la scoppola rimediata in Champions con il City ti aspetti un gran Napoli e, invece, Sarri fa cilecca a Verona: squadra stanca, gioco prevedibile, prestazione scadente, Chievo tutto sommato mai in difficoltà. La rosa della capolista mostra i suoi limiti, che sono «numerici» più che «qualitativi». De Laurentiis deve mettersi una mano sulla coscienza e l’altra sul portafoglio: se vuole ambire allo scudetto è il caso che faccia sforzi che vadano oltre quelli linguistici. Al secondo posto ecco la Juve. La Signora più «brutta» del 2017 batte il Benevento (la squadra dei record in negativo), ma mostra limiti caratteriali mai visti da sei anni a questa parte: Dybala litiga con se stesso più che con gli altri e alla fine tocca al «solito» Higuain suonare la sveglia. Chi si è permesso di criticare il Pipita «perché è ciccio e si avvia al finale di carriera» è il caso che riguardi certi suoi primi piani: faccia incazzata, molto più di tanti altri bianconeri addormentati. Menzione speciale per Cuadrado: a volte si impappina, ma avercene di esterni così.
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Quindi l’Inter, che ha già vinto lo scudetto del pubblico (71.500 spettatori per una partita «normale» sono una rarità in Italia), ma deve ancora conquistare la «tranquillità delle grandi». Non può essere altrimenti dopo una stagione, quella passata, vissuta a collezionare disastri. Il limite dei nerazzurri è chiaro: ci sono 11 giocatori sui quali Spalletti punta, un paio di alternative all’altezza e troppe pedine di secondo piano. Per raggiungere l’obiettivo stagionale (il 4˚ posto) sarà indispensabile fare mercato a gennaio (la necessità di chiudere il bilancio 2018 in pari formalmente non lo consente,mala formula «prestateci il tal giocatore, ve lo paghiamo tra un anno» lascia qualche speranza). Nota a margine (si fa per dire): l’Inter attende di capire in che condizioni sia il ginocchio di Icardi. Si parla di fastidio al tendine rotuleo. Inutile spiegare che uno stop prolungato del capitano nerazzurro non sarebbe «un problema» ma qualcosa di molto simile a «un dramma».
Quindi le romane. La Lazio riposa per cause di forza maggiore (Banti rinvia la partita dell’Olimpico proprio mentre smette di piovere)ma può certamente sorridere, la Roma dà una bella risposta ai tantissimi che due mesi fa se la ridevano sotto i baffi («Di Francesco e il suo 4-3-3? Ma dove pensa di andare codesto pivello?»).Detto, fatto: i giallorossi viaggiano che è un piacere e certificano la bontà delle scelte del ds Monchi. Fine delle banalità, si dia il via all’ennesima pausa per la Nazionale. Generalmente la sosta è foriera di orchite e noia a tonnellate, ma non in questo caso. L’Italia si gioca la qualificazione ai Mondiali.Non siamo né belli né tantomeno innamorati di Ventura, ma questo è tutto tranne che il tempo delle polemiche: battiamo la Svezia in qualche modo (magari evitando l’impresentabile 4-2-4) e saliamo sulla barca di quelli «già in Russia». Poi potremo rompere le balle al ct con tutta calma".
(Fonte: Fabrizio Biasin, Libero 6/11/17)
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