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Biasin: “Inter, Marotta re del mercato. Icardi? Ora si può serenamente dire che…”

Il parere del noto giornalista

Marco Astori

Nel corso del suo consueto editoriale per TuttoMercatoWeb, il noto giornalista Fabrizio Biasin ha commentato così la sessione di mercato appena conclusasi, concentrandosi sull'Inter e su Mauro Icardi: "L’ultima giornata in genere non porta una fava, ieri invece c’è stato il botto. Alla fine Icardi ha detto addio all’Inter (e viceversa) e così facendo ha incoronato il re di questo mercato, che poi è Giuseppone Marotta, capace di portare a termine le operazioni che aveva in mente (quasi) nella sua interezza. Non è arrivato Dzeko, è vero, ma davvero questa volta nessun tifoso nerazzurro può sentirsi “tradito”. Soprattutto, sono arrivati i giocatori selezionati ad aprile da mister Conte, la qual cosa conta più di ogni “sì ma bisognava prendere anche Rakitic, Milinkovic-Savic, Vidal, tutti!” urlato al bar.

Niente. È successa questa cosa di Icardi. Ne abbiamo parlato per mesi e aveva rotto i santissimi a tutti. Da qualunque parte la si voglia guardare si tratta di un inedito, qualcosa di mai visto nella storia del calcio, quantomeno a certi livelli. Alla fine l’argentino ha mollato: aveva scritto a maggio “resto”, chi gli sta intorno lo ha infine convinto che la sua era una posizione sciocca, autolesionista, illogica, soprattutto dopo l’apparizione di quello striscione (“Milano è piccola”). Ha accettato Parigi e certo cade in piedi, ma a mercato chiuso possiamo serenamente dire che questa è una storia triste, gestita male dal giocatore, da chi gli gira attorno, dalla società stessa. Ha portato allo scontro tra i pochissimi che speravano in una riconciliazione di qualche genere e la massa di tifosi legittimamente stanchi di sentire parlare e parlare e parlare di faccende che con il campo non c’entravano nulla. La storia tra il giocatore di calcio meno giocatore di calcio al mondo e l’Inter finisce qui, molti festeggiano e hanno le loro buone ragioni, ma dopo una faccenda grottesca come questa, l’unica cosa che ci si deve augurare è che non capiti mai più nulla di simile".

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