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Biasin: “Inter, pari amaro. Giù le mani da Lautaro. Mou, è colpa tua. Calhanoglu…”

Alessandro De Felice

L'editoriale del giornalista di Libero e noto tifoso nerazzurro Fabrizio Biasin, che analizza il derby di Milano e non solo

Nel consueto appuntamento con l'editoriale su Tuttomercatoweb, il giornalista di Libero e noto tifoso dell'Inter Fabrizio Biasin ha commentato il derby di Milano, terminato sul risultato di 1-1 e non solo.

Si parte dalla situazione di José Mourinho, in difficoltà alla guida della Roma e reduce dalla sconfitta sul campo del Venezia per 3-2:

"Chi scrive appartiene alla Chiesa di San José da tempo immemore, ma non può far finta di non vedere e sentire. Soprattutto sentire. Per intenderci: se è sempre colpa degli altri, significa che forse è colpa tua. Alla fine di Verona-Roma 3-2 Mou parla un po’ di arbitri, attacca la sua stessa società, dice che gli sarebbe servito Juan Jesus - ora al Napoli - e, insomma, fa la figura di quello che non sa più cosa inventare pur di non dire 'sto sbagliando'.

In Laguna sono emersi ancora una volta tutti i limiti della sua Roma: fase difensiva imbarazzante, poco equilibrio, zero profondità della rosa. E quest’ultima, va detto, è soprattutto colpa del portoghese che ha scelto liberamente di rinunciare a mezza squadra e ora rischia seriamente di perdere l’altra metà. La 'tecnica del nemico' - chiamiamola così - funziona se contemporaneamente porta risultati, altrimenti crea solo tanto imbarazzo".

Protagonista della stracittadina milanese è stato Hakan Calhanoglu, il grande ex. Il turco si è procurato il calcio di rigore e lo ha trasformato per la rete del momentaneo 1-0:

"Era l’anello debole dell’11 di Inzaghi in vista del derby, lo dicevano tutti quanti (compreso il sottoscritto): “La squadra è fatta, questi dieci più il centrocampista turco”. Detto come se fosse un problema. In realtà, il centrocampista turco, ha giocato un gran derby, di personalità, e si merita sonori applausi. Decisamente meno per la sua esultanza post-gol: il rispetto è dovuto sempre e distingue i bravi calciatori dai grandi professionisti. “Ma lo hanno offeso”. Ok, è vero, bisogna rispondere con i fatti. Ci era riuscito. Era più che sufficiente così".

Dall'altra parte c'è Lautaro Martinez, che il rigore lo ha sbagliato. Quello sull'1-1 per il possibile 2-1. Il 'Toro' si è fatto ipnotizzare da Tatarusanu:

"C’è chi lo sta massacrando. Davvero. E solo perché ha sbagliato un rigore. E perché non segna da qualche partita. Lui, che un anno fa poteva andare al Barcellona (eccome se lo volevano), lui che l’estate passata era assai richiesto in Premier, lui che ha scelto di rinnovare il suo contratto con l’Inter. Giù le mani da Lautaro Martinez, anche solo per evitare di dire/scrivere cazzate".

Spazio anche a un elogio per il direttore di gara del derby, Doveri:

"Siccome massacriamo spesso e volentieri ogni genere di arbitro e arbitrello, ci permettiamo di fare i nostri complimenti a Doveri, arbitro del Derby. Sia chiaro, non facciamo riferimento alla questione “rigore su Calhanoglu” – per qualcuno c’era, per altri no, in entrambi i casi avrebbe generato malcontento -, ma al fatto che per una volta un fischietto abbia scelto di fare un passo indietro: pochi fischi, pochissimo “protagonismo”, tanta coerenza. Se il match di Milano è stato “all’altezza” il merito è anche suo".

Si chiude con un'analisi sul pari, che all'Inter sta un po' stretto dopo aver prodotto una bella prestazione:

"L’Inter pareggia contro il Milan nel derby e lascia una sensazione amarognola nella bocca dei suoi tifosi, quella di una squadra che anche questa volta ha fatto “un po’ meglio” dei suoi avversari ma alla fine non ha portato a casa i tre punti. E aveva fatto “un po’ meglio” anche della Juventus. E se vogliamo aveva fatto “un po’ meglio” dell’Atalanta (non troppo, ma il rigore sbagliato a una manciata di minuti dalla fine vale quel “po’”). E addirittura aveva fatto “un po’ meglio” della Lazio che, però, alla fine ha stravinto. E, insomma, l’Inter in quelli che vengono definiti “scontri diretti” ci va sempre vicina, ma “andarci vicino conta solo a bocce” (cit.).

Ecco, la sensazione di amarognolo è quella di chi pensa “sette punti da Milan e Napoli sono tantissimi, troppi per pensare allo scudetto” e - vi diciamo serenamente la nostra che è solo la nostra, per carità - francamente ci sembra che si stia esagerando quanto a drammatizzazione. C’è chi accusa, chi confronta questo gruppo con quello dell’anno passato, chi attacca Inzaghi, chi si lagna in continuazione. Ecco, sì, l’Inter non è per nulla una squadra perfetta, deve migliorare la sua fase difensiva (in parte lo ha già fatto), per qualcuno anche quella offensiva (ma stiamo pur sempre parlando del miglior attacco della Serie A), ma ha le idee chiare e i nervi molto più saldi di chi vede drammi dopo ogni non-vittoria".