L’altra è la Spagna, prossima avversaria azzurra. Spesso e volentieri tendiamo a ignorare i nostri cugini latini, ma sono storicamente i nostri avversari “meno digeribili”: è una questione di impostazione, di idee tattiche, di «io conosco te e tu conosci me, ma tu sei tendenzialmente più forte di me». Punti deboli? Ogni tanto si piacciono troppo e comunque concedono sempre qualcosa. E noi? Noi abbiamo il gruppo e sembra sempre la solita frase fatta (lo è), ma è anche la nostra arma segreta. Nei 60 minuti contro l’Albania (togliamo i primi 23 secondi e l’ultima mezz’ora) abbiamo mostrato un’identità notevolissima, un’idea di calcio moderna che può realmente scombinare le carte. E voi direte «sì, ma quella era la piccola Albania!». Può darsi, ma i princìpi prescindono dagli avversari e quelli sembrano aver attecchito in tutto il gruppo. Morale della favola: se prima dell’inizio del torneo ci sentivamo invitati alla mensa degli altri, oggi possiamo sederci al tavolone dei “più belli” senza sentirci di troppo".
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