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Biasin: “Italia? Può sentirsi parte del gruppo che può arrivare a Berlino perché…”

Marco Astori Redattore 
Le parole del giornalista: "Noi abbiamo il gruppo e sembra sempre la solita frase fatta (lo è), ma è anche la nostra arma segreta"

Tra le pagine dell'edizione odierna di Libero, Fabrizio Biasin, giornalista, ha parlato così dell'Italia a Euro 2024: "È finito il primo giro e dopo il primo giro in qualunque redazione del globo terracqueo si fa sempre una sorta di inutile consuntivo. Perché “inutile”? Perché oggi inizia il secondo giro e tutte le certezze si trasformeranno in dubbi (e viceversa). Va sempre così, ma noialtri non abbiamo imparato la lezione e, quindi, eccoci qui a sentenziare. L’Italia non è la Nazionale più forte tra le 24 in ballo in terra tedesca, ma neppure la figlia della serva. Per capirci, avevamo il timore che agglomerati di fenomeni come Francia e Inghilterra fossero su un altro pianeta, al momento invece possiamo sentirci parte del gruppone che ambisce ad arrivare alla finale di Berlino.

E lo diciamo anche con un pizzico di arroganza, pensa un po’. Oh, è possibile che quegli squadroni siano partiti con un minimo di freno a mano tirato e piano piano diventino “ingiocabili”, ma se fossimo in presenza dell’Armata Invincibile ce ne saremmo già accorti. Due rose più delle altre ci sono sembrate “avanti”. La prima è proprio la Germania padrona di casa e non è una questione di pokerissimi inflitti alla piccola Scozia, ma di idee piuttosto chiare trasmesse da quel genio della panca chiamato Julian Nagelsmann. Arriveranno in fondo e non ci vuole un genio per capirlo, ci riescono praticamente sempre e figuriamoci nel “loro” torneo. Difetti? La fase difensiva non è tutto ’sto capolavoro.

L’altra è la Spagna, prossima avversaria azzurra. Spesso e volentieri tendiamo a ignorare i nostri cugini latini, ma sono storicamente i nostri avversari “meno digeribili”: è una questione di impostazione, di idee tattiche, di «io conosco te e tu conosci me, ma tu sei tendenzialmente più forte di me». Punti deboli? Ogni tanto si piacciono troppo e comunque concedono sempre qualcosa. E noi? Noi abbiamo il gruppo e sembra sempre la solita frase fatta (lo è), ma è anche la nostra arma segreta. Nei 60 minuti contro l’Albania (togliamo i primi 23 secondi e l’ultima mezz’ora) abbiamo mostrato un’identità notevolissima, un’idea di calcio moderna che può realmente scombinare le carte. E voi direte «sì, ma quella era la piccola Albania!». Può darsi, ma i princìpi prescindono dagli avversari e quelli sembrano aver attecchito in tutto il gruppo. Morale della favola: se prima dell’inizio del torneo ci sentivamo invitati alla mensa degli altri, oggi possiamo sederci al tavolone dei “più belli” senza sentirci di troppo".