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Biasin: “Juve-Inter sfida anche dai contenuti tecnici. Per la prima volta i nerazzurri…”

Francesco Parrone

L'analisi del giornalista a poche ore dal big match tra Juve e Inter

Dalle colonne di Libero, Fabrizio Biasin, commenta il big match tra Juventus e Inter"Stasera c’è Juve-Inter (magari non lo sapevi). Ci sono stati gli anni della Juve che dominava incontrastata (lascia perdere per una volta la questione Calciopoli, ti prego). Poi quelli dell’Inter che non aveva rivali (lascia perdere per una volta la questione «per forza! Il tribunale ha annientato i rivali bianconeri!»). Poi è tornata la super-Juve e l’Inter in contemporanea si è liquefatta (grazie a un post-triplete gestito «alla carlona»). Si tratta di 15 anni di storia pallonara e succulenti derby d’Italia:a volte è capitato che la squadra sfavorita vincesse (vedi partitona di Stramaccioni, che tocca il paradiso e finisce all’inferno), altre volte non c’è stata gara, in generale però è la prima volta che il match torna ad avere un senso che non sia «va in scena lo scontro tra “migliori nemici”».

Juve-Inter in programma questa sera non è solo «io che odio te», o «Torino snob contro Milano bauscia», all’Allianz Stadium c’è «ciccia», ci sono i contenuti tecnici, ci sono i «9» argentini, soprattutto c’è la possibilità per l’Inter di riuscire in una piccola ma significativa impresa: una vittoria finalmente significherebbe dimostrare di essere più forti «oltre» i 90 minuti (ancora Stramaccioni) o delle contingenze storico-pallonare (Juve che riparte da zero dopo l’anno in B). Vincere questa sera significherebbe completare un piccolo percorso di rinascita, iniziato nell’anno disastroso del settimo posto - c’erano i giocatori ma è mancata clamorosamente la logica - e portato avanti in questa stagione da un tecnico saggio e una società che ha finalmente iniziato a fare le cose per bene. Per la prima volta l’Inter può dare una scossa alla classifica che non sia figlia delle coincidenze (l’ultimo Mancini), ma frutto del lavoro e della «fame spallettiana», una sorta di seduta di psicanalisi che ha coinvolto tutto il gruppo dei nerazzurri e consentirà allo stesso gruppo di entrare in campo con la legittima ambizione di «giocarsela». Per intenderci: fino a un anno fa lo schema prediletto era quello del «segno della croce». Trattasi a prescindere di un primo, grande obiettivo raggiunto che, certo, dovrà fare i conti

con l’immensa capacità dei bianconeri di annientare le speranze altrui. È successo venerdì scorso al Napoli, più in generale è capitato a chiunque ci abbia provato negli ultimi sei anni (vedi «sviolinata» di Garcia in Juve- Roma della stagione 2014/2015). Signori, questa sera va in scena il primo Juventus- Inter con un senso che non sia solo quello dell’«io che schifo te e tu che schifi me», la prima sfida con il Var dimezzo che - almeno in teoria - darà una bella mano al prescelto arbitro Valeri. E tutti quanti speriamo che - vada come vada - vincano il bel calcio e i sacri valori dello sport. E, ovviamente, stiamo scrivendo una cazzata".

(Fonte: Libero 9/12/17)