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Biasin (Libero): “Spogliatoio Inter come una cristalleria, Cassano difficile. Era meglio…”

Pensi a Cassano e ti salta in mente una foto: Antonio spazientito che tira le mutande a mo’ di fionda sopra la maglia giallorossa per protestare contro qualcuno o qualcosa. Oppure lui che assesta una pedata a una bandierina parecchio innocente...

Francesco Parrone

Pensi a Cassano e ti salta in mente una foto: Antonio spazientito che tira le mutande a mo’ di fionda sopra la maglia giallorossa per protestare contro qualcuno o qualcosa. Oppure lui che assesta una pedata a una bandierina parecchio innocente per festeggiare un gol. Oppure il «di lui» imitatore spagnolo che mangia merendine a strafottere e sene frega del peso forma. Oppure l’odio-amore con Totti, le liti con Capello, quelle con Mazzarri e Garrone, quelle con Galliani, quella con Stramaccioni, quella freschissima con Donadoni. Oppure ti viene in mente il suo libro, il romanzo autobiograficodove Antonio fa il figaccione e dice che se ne è fatte almeno 500, oppure ti viene in mente il suo continuo girovagare qua e là in cerca di pace e di una dimensione adatta a un fenomeno che poteva diventare leggenda e invece è rimasto quello delle «Cassanate».

Poi, certo, ti vengono in mente anche i gol, le giocate, gli «ultimi passaggi» che lui sa fare e gli altri no, il fatto che quando è in giornata anche a 32 anni fa la differenza in barba a un cuore fragile e aunfisico tarchiatello. E, insomma, capiamo che a Mancini uno così possa far comodo, perché con lui in campo probabilmente Inter-Toro non sarebbe finita con il 71% di possesso palla e la miseria di 2 tiri in porta, solo che il gioco non vale la Cassanata. Lo spogliatoio nerazzurro è una creatura appena nata, una cristalleria che difficilmente potrebbe ospitare l’elefante Antonio. Che poi, diciamola tutta: bizzoso per bizzoso allora era meglio far pace con l’Osvaldo, no?