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Fabrizio Biasin, nel corso del suo editoriale per Tmw, ha parlato del futuro di Roberto Mancini, ormai sicuro della sua permanenza all'Inter: "Gli sfoghi alternati alle schiarite dell'ultima settimana, fanno intuire che il tecnico abbia inghiottito di malavoglia le critiche espresse dall'opinione pubblica, ma che in qualche modo alla fine le abbia digerite. Mancini sa di aver perso il diritto a dire e fare quel che gli pare conferito dai successi del passato e ora è chiamato a "dimostrare". Per intenderci: di fronte alla pressione psicologica ci sono quelli che mollano e quelli che rilanciano. Poi ci sono "i Mancini", ovvero quelli che "rilanciano ma pretendono" e ti dicono "per stare al passo della Juventus servono giocatori forti".
Dice la verità, il Mancio, ma non si rende conto che a volte "verità" fa rima con "ovvietà": "se mi regalano la Ferrari vado più veloce che con la Punto", "se me ne prendono tre forti diventiamo più competitivi", "se mia nonna aveva le ruote era una dumbaghi". Tutto vero, tutto troppo comodo. Mancini resterà giustamente alla guida dell'Inter perché il suo lavoro non è affatto da buttare e perché solo con la continuità si ottengono i risultati, ma quanto a comunicazione al momento dovrebbe prendere esempio da un ragazzo un po' tamarro e assai bistrattato che di fronte alle telecamere non ha 3243 versioni, ma solo una: "Sono il capitano dell'Inter e questa è la mia casa". Per ultimo dovrebbe ragionare non su come la società lo può accontentare sul mercato per diminuire il gap con le più forti, semmai su come può fare lui per far rendere di più i suoi ragazzi".
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