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Biasin: “Mazzarri da latte alle ginocchia ma coerente e non paraculo. Fischi? Può solo…”

Francesco Parrone

Mazzarri ripete quasi sempre gli stessi 4 concetti da latte alle ginocchia: «Non sento i fischi (…) Penso solo al bene dell’Inter (…) Proveremo a vincere ma ci sono gli avversari». Sarà anche barboso ma quantomeno è coerente e...

Mazzarri ripete quasi sempre gli stessi 4 concetti da latte alle ginocchia: «Non sento i fischi (...) Penso solo al bene dell’Inter (...) Proveremo a vincere ma ci sono gli avversari». Sarà anche barboso ma quantomeno è coerente e certamente non «paraculo», conditio sine qua non al giorno d’oggi è praticamente impossibile essere accettati. Mazzarri, al contrario, fa di tutto per farsi dare dell’antipatico e fetentone. Prendete ieri. Il giornalista gli chiede: «I fischi del pubblico sono un problema?». Lui: «Non posso correre dietro a tutti». Diciamolo chiaramente, uno che ha questo tipo di impostazione può farsi accettare in un solo modo: con i risultati. Mica facile se alleni «l’interina» post-triplete, ma neanche impossibile se si considera la serie A per quello che è: un campionato dove il 3Ëšposto è una caccia al tesoro conmezza dozzina di squadre iscritte.

Oggi l’Inter può fare quello che non ha fatto da quando Walter ha poggiato le chiappe sulla panca, ovvero vincere tre partite di fila. L’occasione è mostruosa se si considera che dall’altra parte c’è il Parma ultimo in classifica (8 ko e 1 successo). Ancor di più se si dà un’occhiata alla classifica: con il Napoli impegnato contro la Roma e le altre di scena domani, si rischia di vedere la Beneamata solitaria al 3Ëš posto per una notte intera. Lusso vero se si considera che fino a una settimana fa la locuzione più carina che si sentiva accostare al nome «Mazzarri» era «somiglia ad Al Bano ma allena peggio». Adesso no, l’aria è cambiata: merito di due vittorie arrivate con un po’ di fortuna (Cesena) ma anche buon gioco (Samp); merito di una difesa ritrovata; merito - e diciamolo! - di Mazzarri, del suo staff e della «filosofia del lavoro», quella di chi preferisce far fare due esercizi in più ai suoi in allenamento e regalare un sorriso in meno in conferenza.

Mazzarri oggi è al D-Day: o vince e fa il figo (ma a quel punto può star tranquillo: a San Siro nessuno lo fischierà), oppure non vince e palesa i soliti difetti legati alla continuità. Solo che senza continuità il 3Ëš posto è impossibile. Ancora Walter: «Gli infortuni sono tanti (...) Puscas e Bonazzoli sono bravi ma la maglia pesa». Nel bene e nel male il solito coerentissimo «giro di Walter».