Dopo il comunicato che, di fatto, ha sancito la sparizione di Sino Europe Sports e il fatto che Yonghong Li sia rimasto da solo a tentare la scalata al Milan, si fa più chiara, anche se non meno complicata, la questione relativa al closing per il passaggio delle quote di maggioranza del club rossonero. Sull'argomento è intervenuto Fabrizio Biasin, giornalista sportivo, che ai microfoni di TMW Radio ha detto: "Sino Europe Sports non esiste più? Era una cosa abbastanza nell'aria, ora diventa tutto più complicato. Yonghong Li tenterà un all-in con la strada del fondo. Vediamo se riuscirà a portarlo a termine entro il 14 aprile, anche se le cifre sono parecchio ingenti: mancano 220 milioni più 100 per le spese più 50 cash, che sono quelli dell'obbligazione. Non sarà facile senza investitori. Da gennaio non sono più usciti soldi dalla Cina per questa decisione governativa che impedisce le esportazioni di capitali. Li ha fatto una serie di prestiti e finanziamenti fuori dalla Cina per cercare di tenere in piedi questa cosa. Bisogna capire soprattutto cosa succederà a questi 300 milioni che in teoria rimarrebbero nelle casse di Berlusconi. C'è qualcosa che non torna. Prima Li era attaccato come un truffatore, ora viene fatto passare come un benefattore. Il punto di partenza è uno solo: Fininvest vuole vendere il Milan a tutti i costi, ma se offri il tuo prodotto a un prezzo fuori mercato attiri speculatori, non investitori. Il primo responsabile della faccenda mi sembra dunque Silvio Berlusconi".
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Biasin: “Prezzo Milan fuori mercato. Li è all’all-in, ma qualcosa non torna perché…”
Il giornalista sportivo è tornato sul complicato closing per il passaggio delle quote di maggioranza del Milan
(Fonte: TMW Radio)
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