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Biasin: “Spalletti ha capito tutto! Supercazzola alla Mascetti. Con lui nessun Limbo”

Francesco Parrone

Secondo il giornalista "non sarà nient’altro che un’Inter divisa a metà tra l’Inferno per alcuni e il Paradiso per altri"

Il giornalista Fabrizio Biasin, dalle pagine del quotidiano Libero fa il punto sulla prima conferenza stampa di Luciano Spalletti da allenatore dell'Inter"Il primo giorno di Mancini all’Inter tutti sentenziarono: «Questo sì che sa quel che dice». Il primo giorno di De Boer all’ Inter v’erano certezze: «Questo non sa una mazza di italiano, ma ha le idee chiare». Il primo giorno di Pioli all’Inter tanti asserirono: «Parole chiare, semplici, ecco quel che ci vuole». E, quindi, Signore e Signori, senza alcun timore e con il coraggio tipico degli incoscienti, noi ci buttiamo anche questa volta: «Spalletti ha capito tutto». Lo diciamo sul serio, ci ha convinto. Nonostante un’ora e mezza di filosofia pallonara con richiami alla supercazzola del Mascetti, nonostante l’occhio spiritato e lo sguardo di quello che se gli gira ti manda affanculo, Spalletti, per quanto gliene possa fregare, ha passato l’esame. Ha usato il «noi» di chi si è già immerso nell’interismo, ha aggiunto «l’anno scorso abbiamo sbagliato» assumendosi responsabilità non sue, ha fatto capire che non ci sono tanti sistemi per arrivare al risultato se non sfruttando il caro vecchio «pedalare», ha parlato di «appartenenza», ha fatto capire che del mercato si vuole cibare ma, soprattutto, che vuole risvegliare in certi pelandroni l’orgoglio sopito.

Spalletti è pazzo, ma non di quelli che li devi bombardare di benzodiazepine, semmai del genere che o fai come dice lui o ti scordi le buone maniere: alla Mou, alla Herrera (per citarne due tirati in ballo dallo stesso uomo di Certaldo). «Uomini forti, destini forti», dice Spalletti in versione «pensierini dei Baci Perugina» e gli puoi dire «che melassa, Lucià», ma anche «ribalta quello spogliatoio! Fallo!». Lo farà, questo è garantito, e allora procediamo con la previsione «alla rovescia»: non sappiamo quel che «sarà», ma sappiamo quel che certamente «non sarà». Non sarà un’Inter di pelandroni, di mezzeseghe, di gente che ti guarda negli occhi e ti dice «boh, abbiamo mollato ma non sappiamo perché», non sarà l’asilo nido perché quello verrà abolito in partenza («chi non sposa il progetto deve andare via»), non sarà la squadra dell’allenatore-amico («non mi interessa essere amico dei giocatori»), delle leccate di culo, delle apparenze, dell’amore.

Non sarà nient’altro che un’Inter divisa a metà tra l’Inferno di chi ci ha provato e non ce l’ha fatta (ma si potrà guardare allo specchio) e il Paradiso di chi finalmente è tornato «nella sua dimensione». Nessuna alternativa e tanti cari saluti al Limbo del «boh, è andata male, eppure noi siamo bravini... ». Ecco, con Spalletti, scordatevi il Limbo".

(Fonte: Fabrizio Biasin, Libero 15/06/17)