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Biasin: “Thohir non ha capito il primo comandamento. Mazzarri e l’influenza di Icardi…”

Daniele Vitiello

Seccata e diretta l’analisi sull’Inter di Fabrizio Biasin, caporedattore sportivo di Libero, nel corso del suo editoriale per Tuttomercatoweb.com: “Crediamo all’influenza di Icardi, ma non lo perdoniamo. Due mesi di...

Seccata e diretta l'analisi sull'Inter di Fabrizio Biasin, caporedattore sportivo di Libero, nel corso del suo editoriale per Tuttomercatoweb.com: "Crediamo all'influenza di Icardi, ma non lo perdoniamo. Due mesi di "picci-picci", cuori e minchiatine in stile "Jersey Shore" consigliano lo spegnimento totale di Twitter e social vari. Il rischio è l'incazzatura definitiva dei tifosi dell'Inter, già surgelati dalle parole di Ausilio: "In attacco non arriva nessuno". Per quel che sappiamo noi, la situazione è persino più grave. Detto che per D'Ambrosio dovrebbe essere fatta, il problema sono le altre 434234 questioni da sistemare. Guarin resta per mancanza di acquirenti (per fortuna, di meglio a quattro soldi non c'è niente), Ranocchia pure, Mazzarri chiede una punta e Thohir gli risponde "chi non salta lossonelo è". 

Il giornalista punta il dito contro il neo presidente nerazzurro: "A guardar bene c'è totale assenza di comunicazione, soprattutto il patron sembra non aver capito il comandamento numero 1 del perfetto presidente di serie A: "In Italia vincere senza spendere è impossibile". Anche in Europa, tra l'altro. Anche nel mondo. Anche nell'universo. Forse in Indonesia no. Ecco, le soluzioni sono due: 1) L'Inter si iscrive al campionato indonesiano. 2) L'Inter decide di acquistare secondo la legge non scritta del "chi più spende meno spende". Quella attuale è una squadra che al massimo può arrivare al quarto posto. In Italia quarto posto significa "niente". L'Europa League? E' buona solo se "cadi" dalla Champions e ti ritrovi ai sedicesimi, se invece la affronti dall'inizio è esclusivamente una rottura di balle. Solo per Thohir terzo o quarto posto sono la stessa cosa perché tanto "è l'anno zero". Il problema è che senza investimenti sarà anno zero anche il prossimo. E quello successivo. E via andare. E allora è il caso di spendere subito. Un sondaggio per Osvaldo c'è stato, ma di fronte al prezzo i dirigenti hanno fatto come Baglioni".

La situazione è talmente deludente che Biasin rimpiange anche l'ultimo periodo dell'era Moratti: "Nessun giocatore dall'ingaggio superiore ai 3 milioni può arrivare". Scelta saggia, solo che l'altro diktat è "si può comprare solo se si vende". In definitiva aspettiamoci qualche baratto come si faceva nella preistoria e niente più. E allora la domanda - retorica - è una e una sola: si stava meglio quando si stava peggio? Almeno Moratti allo stadio ci andava sempre e se gli girava spendeva persino i soldi che non poteva spendere".

Anche Walter Mazzarri ha le sue colpe: "Ultimo a dover essere criticato ma fastidioso nelle conferenze post-gara come una manciata di sabbia del mar Caspio negli slip. Per il sempre sorridente tecnico toscano le colpe in ordine sparso sono: degli arbitri, del terreno di gioco, della befana che vien di notte con le scarpe tutte rotte, di mia nonna in carriola. Capiamo la sua frustrazione, ma piuttosto che accampare scuse davanti alle telecamere sarebbe meglio spiegare a Erick cosa significa l'espressione "cavare il sangue dalle rape".