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Fabrizio Biasin ha commentato l'epilogo della vicenda Icardi, soffermandosi sulla gestione della comunicazione e sul ruolo di Zanetti: "La cosa migliore, l’Inter (intesa come tutti: società, Icardi, tifosi), l’ha fatta «in fondo»:multona all’attaccante, capitolo del libro«epurato», fascia da capitano confermata. Il resto è stato un disastro collettivo di «gestione e comunicazione» che raramente si era visto non solo a Milano, ma nel globo terracqueo. Il caso della biografia precoce del 23enne Maurito viene archiviato (ameno che gli esponenti della curva insistano nella loro personalissima battaglia contro l’argentino) e lascia in memoria tanti sconfitti e un solo vincitore." Tutti sconfitti, per primo Mauro Icardi. "Se anche il suo libro vendesse un milione di copie (e non le venderà) gli farà incassare un miliardesimo di quel che riesce a mettersi intasca tirando pedate." Ne esce sconfitta la curva "che in teoria nasce per «tifare » e non per trattare questioni personali. Le ragioni di chi si è ritenuto offeso sarebbero dovute finire in secondo piano di fronte all’incombente partita con il Cagliari e invece no, ha trionfato il «celodurismo» che ha portato qualche migliaio di tifosi a fischiare il proprio capitano, persino al momento del calcio di rigore sbagliato."
E la società? "Ne esce sconfitta (e molto) anche la società, apparsa decisamente impreparata ad affrontare
la questione e pericolosamente esposta pro-curva a pochi minuti dall’inizio del match:o Zanetti non aveva capito, o aveva capito e ha preferito fare il ruffiano con i tifosi. In entrambi i casi ci ha fatto una brutta figura."
(Libero)
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