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Bielsa e il rifiuto ‘loco’ a Inter e Real Madrid: “Sì, disse di no. Ecco perchè…”

Fece molto scalpore, nell’estate 2011, il ‘no’ che Marcelo Bielsa, detto “El Loco”, dovette dare all’Inter di Massimo Moratti. Fece scalpore perché inaspettato, dinnanzi alla scelta di firmare poi per l’Athletic Bilbao, club basco a...

Dario Di Noi

Fece molto scalpore, nell’estate 2011, il ‘no’ che Marcelo Bielsa, detto “El Loco”, dovette dare all’Inter di Massimo Moratti. Fece scalpore perché inaspettato, dinnanzi alla scelta di firmare poi per l’Athletic Bilbao, club basco a cui il tecnico argentino aveva già dato il suo assenso qualche settimana prima.

Inpatria lo dissero subito: Bielsa è fatto così, non farà saltare l’accordo con il Bilbao nonostante la pregevole chiamata dell’Inter. E così fece, seppur con ‘dolore’, perché dire di no all’Inter (parole sue) è “da tagliarsi le vene. Quando mi hanno chiamato lo avrei fatto. Non si può dire di no all’Inter”.

Ma Bielsa è fatto così, e all’Inter (come al Real Madrid) disse ‘No’. Lo ha raccontato anche Thomas Goubin, autore della biografia dal titolo 'El Loco scatenato' destinata ad uscire nei prossimi giorni: in un’intervista concessa a Europe1, Goubin è tornato così su quel gran rifiuto: “Si sottolinea sempre che Bielsa non ha mai vinto un titolo importante nella sua carriera? Certo, è così, ha vinto poco (3 campionati argentini e 1 medaglia d’oro olimpica), ma è riuscito a sublimare le sue squadre, come la nazionale cilena o l’Athletic Bilbao (finalista in Europa League e in Coppa del Re nel 2012). In certi casi si può parlare di vittorie anche senza trofei. Bielsa nella sua carriera ha rifiutato le offerte di Inter e di Real Madrid, perché è un allenatore che preferisce le difficoltà, è un allenatore nell’anima. Lui ricorda spesso che ‘non dobbiamo dare valore a quanto è stato fatto, ma a quanto fosse meritato’. Nella sua miglior versione, Bielsa sa far rendere al massimo i suoi giocatori e aiuta a far esplodere delle qualità insospettabili in alcuni elementi. Quando lui se ne va, la credenza generale vuole che la sua squadra vada in rovina, ma in realtà i giocatori hanno per lo più catturato la sua grande forza lavoro”