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Sky Sport 24, in una delle sue edizioni serali, ha affidato ad Alessandro Biolchi un approfondimento originale sull'Inter di Frank De Boer. Il giornalista Sky ha proposto 3 ragioni per cui la filosofia del tecnico olandese può funzionare all'Inter, opponendo 3 motivazioni contrarie.
"Ho l’impressione che abbia ragione il fratello di De Boer, Ronald. Ha detto che è importante che un allenatore abbia una visione, e secondo me lui una visione ce l’ha. Una visione olistica, una parola che sembra una parolaccia ma che al calcio è applicata spesso: è quella visione per la quale una creatura non è mai la somma delle singole parti, ma è qualcosa di differente. Può essere migliore rispetto alle singole parti che la compongono o può essere peggiore, ma certamente non è la somma aritmetica di tutte le parti. Nel calcio noi la applichiamo spesso. La sua visione olistica è venata dalla cultura olandese, che noi siamo sempre abituati a legare al talento e all’utopia: il calcio totale di Crujff, Van Gaal prima maniera, i grandi campioni come Van Basten, Rijkaard, Sneijder che è l’ultimo grande talento olandese che ha fatto sognare i tifosi italiani. Ma gli olandesi sono anche colmi di spirito pratico".
"Perché tra De Boer e l’Inter può funzionare? Perché la nuova proprietà crede molto in lui, lo ha scelto direttamente con Thohir e l’avallo totale dei cinesi; perché lui è un tipo caparbio, lo spirito pratico olandese è da testa dura, lui insegna calcio; perché tra i giocatori c’è entusiasmo, soprattutto i più rappresentativi. Ricordate Icardi l’anno scorso? Si lamentava con l’Inter in testa alla classifica perché riceveva una palla a partita. Adesso l’Inter non è in testa ma gioca molto meglio, e Icardi è entusiasta del volume di qualità che si sviluppa in campo e che aiuta anche lui a segnare. Se i leader e i giocatori di maggior talento sono così entusiasti, alla lunga tutto il gruppo ne risentirà in maniera molto positiva. A me piace moltissimo De Boer: nella misura in cui viene criticato, a me piace sempre di più. Ha questa capacità, ha caparbietà e una cultura calcistica fatta dell’Olanda, portata dai vecchi tempi a quelli nuovi, in cui c’è sicuramente talento, spettacolo e capacità di giocare la palla: un bel calcio".
"Perché invece non può funzionare? Perché oggettivamente ci sono dei problemi: la cultura calcistica italiana è già diversa da quella olandese. In più la tradizione interista si discosta molto da quella che è l’idea di De Boer, proprio a livello culturale e nel suo DNA. L’Inter ha vinto con Mourinho, un allenatore molto diverso da De Boer. Mourinho è un grande motivatore, che sa gestire al massimo la propria rosa. Mourinho non aveva guizzi tattici, ha vinto il Triplete per come ha gestito l’Inter e per come ha motivato quei campioni, tirando fuori il meglio. Poi, di come giocasse, o con che modulo scendesse in campo, non gliene importava niente a nessuno: Mourinho è passato alla storia per qualcosa di differente. L’Inter non ha avuto Sacchi ma Mourinho, questo è il suo DNA. Mentre De Boer ricorda molto, in maniera superficiale, quello che è stato il gioco di Sacchi, ossia crede molto di più in un certo tipo di gioco. Questo può essere un limite alla lunga, anche se il suo spirito pratico potrebbe fargli abbattere il problema; il secondo motivo è Einstein, ossia il tempo. Il tempo non ce l’ha De Boer, ma non lo avrebbe da nessuna parte, nemmeno al Barcellona. L’Inter non può dargli troppo tempo, glielo sta dando la proprietà, ma l’ambiente non glielo può dare. Se lui non comincia a vincere con regolarità in tempi brevi, San Siro comincerà a mugugnare, tutto l’ambiente Inter comincerà a non avere più grande fiducia nell’allenatore; infine, il problema è la rosa a disposizione di De Boer, che per il suo tipo di calcio non è perfetta, soprattutto dietro. Lui continua a dire che la difesa non è un reparto che deve spezzare il gioco altrui e impedire agli avversari di fare gol. Lui vuole che giochino la palla, il calcio totale olandese era meraviglioso per quello. Nella cultura da cui viene lui, tutti i terzini sapevano giocare la palla, giocavano come dei mini registi, tanto che noi in Italia facevamo fatica a codificarli, perché ognuno faceva tutto in quell’Olanda. Lui parte da quelle basi culturali lì, i difensori devono saper fare questo. E, guarda caso, è proprio in difesa che De Boer ha cambiato di più: non tanto sui centrali, che sono quelli e alle spalle non hanno molto, ma sugli esterni. L’olandese continua a cambiare, Santon ha forse più presenze, gli altri no. Evidentemente deve ancora trovare la quadra con questo tipo di rosa qui. Alla lunga potrebbe essere un limite, e a gennaio secondo me l’Inter interverrà soprattutto in difesa".
(Sky Sport 24)
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