Il primo ricordo che ha di lui?
"Nitidissimo. Dopo aver firmato arriva da noi, entrato dalla porta e vedo questo ragazzo enorme, di due metri. Tutti lo guardano e dicono: "E questo cos'è?". Una montagna che cammina".
Fa davvero così impressione?
"È incredibile la potenza che trasmette questo ragazzo, anche solo a vederlo. E continua a costruire il suo fisico. Per questo lo considero un difensore anomalo, penso che sia il prototipo del difensore del futuro. Sarà sempre così, in tutti i ruoli: basta guardare Haaland, un gigante che si muove come faceva Inzaghi".
Può essere un giocatore da Inter?
"Sì, certo. Ha fisicità e aggressività, ma è anche migliorato con la palla tra i piedi. Penso che debba ancora lavorare per crescere in fase difensiva e da questo punto di vista la scuola italiana può essere perfetta per lui. Tra la Serie A e il campionato danese c'è una bella differenza…".
E può giocare sia a destra sia a sinistra, anche in una difesa a tre.
"Sì, spesso lo ha fatto. Con me giocava soprattutto a sinistra, ma il suo piede forte è il destro. È un difensore versatile".
Dunque, la vostra intuizione di portarlo in Danimarca ha fatto bene a tutti: al club, a lui, anche al vostro movimento calcistico.
"Il suo passaggio qua è stato una benedizione per tutti, sì. Per questo dico che bisogna incontrare le persone giuste. Ora è arrivato il momento di fare questo salto, era inevitabile che accadesse".
Che ragazzo è?
"Intanto è un professionista esemplare, si dedica al 100%. Non dà problemi, si allena benissimo, è un ottimo compagno di squadra. E poi è un ragazzo gentile ed educato, che sa anche essere divertente nei momenti opportuni. È proprio una bella persona, si merita ogni bene".
E la famiglia?
"Tutti bravi ed educati. Attorno a lui c'è davvero l'ambiente giusto. Ho solo cose belle da dire sulla famiglia e sul calciatore".
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