Il difensore nerazzurro si racconta all'interno di un'intervista rilasciata per il Matchday Programme di oggi
Il protagonista del Matchday Programme di Inter-Stella Rossa è Yann Bisseck. Il difensore tedesco, al secondo anno in nerazzurro, ha ripercorso la sua carriera, partendo dal momento della svolta nel 2017: "Nei quarti di finale contro il Brasile nel Mondiale con l'Under17 con la Germania, c'erano circa 80.000 persone allo stadio. Quella è stata la prima volta nella mia carriera in cui ho pensato "Cavolo, qui è dove una carriera nel calcio può portarmi". Mi ha dato una carica enorme, tanto che qualche settimana dopo ho fatto il mio esordio da professionista: quella partita mi aveva preparato per questo momento.
A volte mi rendo conto che il mio odio verso la sconfitta è più forte della gioia che provo nella vittoria, ecco perché preferisco vincere. Ogni atleta credo abbia il desiderio di vincere: se sei un atleta la mentalità vincente fa già parte di te, ci cresci. Aver vinto lo Scudetto alla mia prima stagione è stata una cosa fantastica. Ho imparato molto sul campo d'allenamento, e anche al di fuori. Sono cresciuto sia come persona che come giocatore, in modo particolare nella consapevolezza tattica".
"Per me nel calcio è fondamentale divertirsi. È importante mantenere la stessa passione, andare in campo con il cuore, come le prime volte. Mi piace il basket ma anche il football americano e l'hockey su ghiaccio. Oltre allo sport mi piace la cultura in generale, andare a visitare i musei, leggere un libro e poi amo cucinare.
La parata scudetto? È una delle poche cose che posso dire di non aver mai visto in vita mia, e non mi capita spesso. Un'esperienza fantastica, con tutta la città nerazzurra. Non ho molte parole per descrivere quei momenti vissuti dal bus. Tutte le volte che riguardo le foto e i video mi sbalordisco ancora. Mi piace fare gol. Il primo con l'Inter è stato bellissimo, a San Siro con tutti i tifosi a gridare il mio nome, tutti quanti in un'esplosione di gioia e poi tutti i compagni di squadra attorno, felicissimi per me. Una sensazione fantastica. È stato un momento surreale. Dopo la fine della partita, quando tutti si congratulano con te, è lì che realizzi di aver fatto qualcosa di speciale".