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Bocalon: “So che l’Inter mi segue, ad Ausilio devo molto. A Prato voglio…”

Al Prato, in prestito dall’Inter, tra gli altri in estate è arrivato un ragazzo un po’ più cresciutello, e sicuramente più esperto, rispetto a molti altri giovani dirottati recentemente in Toscana, un ragazzo (classe ’89) che...

Dario Di Noi

Al Prato, in prestito dall'Inter, tra gli altri in estate è arrivato un ragazzo un po' più cresciutello, e sicuramente più esperto, rispetto a molti altri giovani dirottati recentemente in Toscana, un ragazzo (classe '89) che da anni gioca in Lega Pro e che quest'anno, nella medesima serie e al suo primo anno al Prato, sta facendo davvero faville: il suo nome è Riccardo Bocalon, di professione fa l'attaccante e il suo bottino personale, in questa prima parte di stagione, è già salito a quota 4 reti.

Grazie a lui il Prato, ormai squadra satellite dell'Inter, sta cominciando a togliersi alcune soddisfazioni, e la sua gioia come il suo buon momento Bocalon li ha voluti raccontare e descrivere ai microfoni di gianlucadimarzio.com: “Le reti sono frutto dell’impegno e merito dei compagni che mi hanno accolto alla grande. Avevo avuto contatti in estate (il Monza di Pea, anche Lecce e Trapani tra le altre), ma Ausilio ha insistito e mi ha convinto a venire a Prato. Mi aveva portato lui nella Primavera dell’Inter. So che mi segue, gli devo molto: qui al Lungobisenzio voglio dimostrare che posso ancora crescere”.

Bocalon, oltre al presente, al noto sito racconta alcuni aneddoti sul suo passato da girovago, tra Treviso, Portogruaro, Viareggio, Cremonese, Carpi, Sudtirol e Unione Venezia: “La pagina più nera al Sudtirol: infortunio al malleolo peroneale, fuori tre mesi. Ma al rientro subito in gol. A Viareggio, con Gazzoli, otto reti in quindici partite. Poi a Venezia…”. Lì il gran successo, grazie alla "fame da categoria inferiori e alla voglia di gioire davanti alla mia gente", racconta il ragazzo. "Se esulto alla Cristiano Ronaldo? Non mi preparo mai nulla, quando segno la mente si offusca: vado d’istinto. Inzaghi? So che sembra un paradosso essendo io dell’Inter, ma chi vive per segnare non può che ispirarsi a lui, alla sua determinazione sotto porta. Sempre, anche giocando solo qualche minuto”.

Infine alcune parole sull'Inter, tra passato, presente e - chissà - anche futuro: “In Primavera ho giocato con Destro, Krhin, Obi, Caldirola, Santon. Giocatori di livello. Rammarico? Essere uscito alle final eight ed in semifinale a Viareggio. Qui a Prato ho ritrovato Esposito in panchina e tanti ragazzi nerazzurri. Futuro? “So di essere seguito…”.