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Fabrizio Bocca, giornalista di Repubblica, ricorda che l'Inter è prima ma che, pareggiando, avrebbe senz'altro subito un pareggio: "Se il Bologna non avesse clamorosamente ciccato quel pallone finito a Ljajic e poi girato ad Icardi per il gol, avremmo probabilmente processato l’Inter per aver dimenticato come si fa a vincere, annoiare gli spettatori – lo so è un discorso che annoia, ma io lo faccio… - dedicato ampio dibattito al calcio molto macho di Felipe Melo che intervenendo su caviglie e/o palloni come viene viene tiene sempre gli arbitri sul chi vive e magari finiscono pure per trasformarlo da carnefice a vittima espellendolo per un’ammonizione che non c’è, istruita infine una nuova udienza per il caso-Icardi, goleador sparito dai campi italiani e presente solo nelle sessioni di shopping a via Montenapoleone. Di corollario avremmo aggiunto considerazioni varie su Perisic, Kondogbia e su come Roberto Mancini faccia una gran fatica a carburare le stagioni interiste. Cocciutissimo nel protestare e maltrattare gli arbitri pretendendo poi di non farsi espellere. La vittoria riporta la squadra di Mancini alla vittoria dopo un periodo discretamente grigio e avaro di punti, tenendola a buon diritto fra le candidate scudetto – anzi a ben vedere per almeno 24 ore è tornata prima! – e allontana fantasmi e incubi sempre presenti nell’epoca di Thohir."
E a proposito dei sassolini di Icardi: "Resta solo, sul campo, quella battuta a caldo, assai velenosetta, del Maurito Icardi che proprio non ce la fa a darsi colpe per la sua stessa eclissi: "Se arrivano palloni io i gol li faccio, in dieci partite me ne sono arrivati 4 in area e ne ho fatti tre, mi sembra una buona media". Tié, chissà come la prenderanno bene Mancini e i compagni che si fanno il mazzo per venire a capo di questa stagione dolce e salata. Senza contare che se Handanovic non avesse salvato il risultato all’ultimo istante, su un rigore in movimento di Destro, praticamente saremmo nuovamente tornati da punto e da capo. Ma alla fine, come si dice, è il risultato quello che conta. E dunque di che stiamo a parlare?"
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