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Bocca (Repubblica): “Che cos’è l’Inter? Aria fritta. C’è ansia, lo stesso Mancini…”

L’Inter, in questo avvio di calciomercato, non si è ancora sbilanciato. A parole sono stati richiesti rinforzi (otto-nove giocatori diceva Mancini), ma per ora è il solito valzer dei nomi accostati e poi smentiti. Francesco Bocca,...

Sabine Bertagna

L'Inter, in questo avvio di calciomercato, non si è ancora sbilanciato. A parole sono stati richiesti rinforzi (otto-nove giocatori diceva Mancini), ma per ora è il solito valzer dei nomi accostati e poi smentiti. Francesco Bocca, giornalista di Repubblica, fa il punto sul suo blog evidenziando come Juve e Milan si stiano prendendo la scena del calciomercato, distanziando tutte le altre squadre. In particolar modo quella nerazzurra.

"C’è grande ansia dalle parti dell’Inter perché ancora non si vedono rinforzi, da qualche mese a questa parte si incassano dei no (Yaya Touré, Dybala, Jovetic, qualcuno rispolvera perfino il voltafaccia di Cerci che dopo essersi promesso a Mancini finì al Milan, ma non sembra una gran perdita), nel più classico degli schemi bisogna vendere magari prima di comprare (Kovacic), si lavora con gli occhi dell’Uefa addosso e con la spada di Damocle dei Fair Play Finanziario pronta a scendere, si sono persino fatte le pulci alla complessa scatola finanziaria che Erik Thohir ha costruito per metterci dentro l’Inter stessa. Insomma stand-by.

A gennaio l’Inter arraffò giocatori di rinforzo (Shaqiri, Podolski) con un buon nome ma senza trarne alcun giovamento. Spesso le mosse del management hanno fatto cilecca, a cominciare dalla sostituzione di Mazzarri con Mancini. Forse ora c’è più anima e magari una migliore prospettiva, ma per adesso siamo all’aria fritta. Siamo a un’Inter sotto il minimo, che fallisce i traguardi e per ora impacciatissima. E il primo ad avere dubbi e perplessità pare sia lo stesso Mancini.

La differenza fra Inter e Milan - Insomma che cos’è l’Inter oggi? Al di là di qualsiasi considerazione tecnica e del classico batticuore del tifoso, ci si chiede se l’Inter di Erik Thohir possa realmente tornare competitiva, riavvicinarsi a quella di Moratti degli anni scorsi. Il risveglio e il gran movimento del Milan e di Berlusconi - l’inseguire grandi allenatori e grandi giocatori, anche se talvolta in maniera abbastanza fasulla - accentua ancor di più questo disagio. A prescindere da simpatie e antipatie, a prescindere da qualsiasi tipo di preferenze, Berlusconi ha avuto la furbizia di ottenere soldi da Mister Bee, ma gestirne il denaro con la faccia propria. Erik Thohir è rimasto abbastanza in sospeso, con la figura di Moratti sullo sfondo, con un management che il pubblico non conosce. E pertanto si chiede: chi è che compra i giocatori, chi pensa a rinforzare la squadra? Perché non si vedono i risultati di questo lavoro?

Che cosa deve fare Thohir? - I dubbi sono legittimi e anche motivati penso però che di fondo resti una diffidenza ingiustificata verso il proprietario straniero, che rimane distaccato, spesso addirittura misterioso. Il presidente straniero non rientra nei nostri schemi, non conosciamo il suo metodo di lavoro, in tre parole: non ci fidiamo. Ma con l’ultimo Moratti, probabilmente, non sarebbe stato molto diverso. Non è che a Firenze con i Della Valle o a Napoli con De Laurentiis ci siano meno dubbi e perplessità. La differenza, detto molto brutalmente, la fanno i soldi: i presidenti migliori, solitamente, sono quelli molto, molto ricchi, pronti anche a sperperare il loro denaro a vantaggio del loro club. Che poi siano italiani o stranieri non fa molta differenza. E dunque o Thohir si mette a spendere e girare l'Europa a pranzare e cenare con dei grandi calciatori come Berlusconi fa fare a Galliani - e indirettamente anche a Mino Raiola...- oppure saranno dolori.