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Cosa si prevedeva per il Meazza?
«Dei 98mila metri quadrati del progetto del nuovo stadio confermati dal dibattito pubblico, 74mila avevamo proposto andassero a La Maura. I restanti 24mila restavano al Meazza allo scopo di aggiungere al vecchio stadio, nel lato verso piazzale Axum, un grande spazio ricettivo e commerciale, con il museo dell’Inter e le funzioni necessarie per ospitare i grandi eventi. Verso via Piccolomini si abbatteva il muro e si creava un altro volume ad uso ricettivo, che oltretutto avrebbe avuto la funzione di filtro acustico per chi andrà ad abitare nel nuovo quartiere dell’ex Trotto. Ma la cosa più importante era un’altra».
Ho sempre pensato che le due squadre debbano dialogare.
«Grazie agli oneri di urbanizzazione ricavati dal nuovo stadio a La Maura, si potrebbe intervenire su piazzale Axum per realizzare 130mila metri quadrati di verde e parco pubblico (una minima parte coprente i necessari parcheggi interrati); invece che una spianata di cemento vuota sette giorni su sette, pericolosa e disperata, si potrebbe regalare un nuovo parco al quartiere e soprattutto alle case popolari che affacciano su via Harar».
Torniamo a La Maura. Cosa prevedeva il progetto?
«Il nuovo stadio bosco avrebbe occupato nel sito circa 78mila metri quadri, mentre altri 17mila sarebbero stati occupati da uffici, un museo del Milan e il flagship store e funzioni commerciale. Ma tutto il resto de La Maura, più di 570mila metri quadrati di verde, sarebbero stati trasformati in un grande Parco della Biodiversità, con cavalli, fattorie didattiche e boschi, sarebbe stato ridato alla città e soprattutto aperto al pubblico. Adesso è circondato da un muro alto tre metri».
A chi aveva presentato il progetto?
«Al Milan che sembrava interessato, e ovviamente avevo informato Comune e Regione. Poi non ho insistito perché non è questo il mio ruolo, non sono uno sviluppatore immobiliare. Tutti sapevano che il progetto c’era ed era a disposizione».
Cosa vorrebbe dire agli ambientalisti?
«Il progetto dal punto di vista ambientale rispondeva a un criterio di totale compensazione, ma in più regalava due nuovi parchi alla città. Non uno, due parchi, con due stadi che diventavano nuovi e con due squadre che rimanendo a San Siro non dovevano neanche cambiare il brand: Ac Milan a San Siro (Maura) e Fc Inter a San Siro (Meazza). Inoltre, evitando la demolizione del Meazza, che dubito seriamente possa vivere senza calcio, si sarebbe evitato un enorme danno ambientale ».
Rimpianti?
«No, ma ci tengo a rendere pubblica questa idea; a volte le idee utili rinascono, anche senza i loro autori ».
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