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L'ex bianconero Zbigniew Boniek, oggi membro del comitato europeo e presidente della Federcalcio polacca dalle colonne de la Repubblica ha parlato di fair play finanziario:
Boniek, crede davvero ci sia bisogno di cambiare il fair play finanziario? "Le regole esistenti sono già precise. Ma se un presidente fa tutto secondo diritto, non evade le tasse e ha molti soldi da spendere come fai a limitarlo? È difficile dire a qualcuno: “puoi essere ricco ma non puoi comprarti un rolex”".
Fino a ieri questo rolex si chiamava Neymar, oggi si chiama Mbappé: è giusto limitare lo strapotere di chi può spendere 200 milioni per un calciatore? "L’unica cosa importante è evitare che le società accumulino debiti. Ma se sei in grado di aumentare il fatturato, perché non dovresti spendere quei soldi come preferisci? Ma di una cosa sono sicuro: qualsiasi limite al livello regolamentare fa sì che ridurre il gap sia più difficile. Il Legia Varsavia fattura 20 milioni e il Real Madrid 500: per il Real è facilissimo aumentare il fatturato fino a 550 o 600, lo vediamo ogni anno. Mentre per il Legia è difficile anche solo portarlo a 21. Così è stato finora con il fair play finanziario: da quando è stato istituito, ha danneggiato solo le piccole".
Per questo all’Uefa state pensando di introdurre delle variazioni sul tema? "Ho sentito parlare di luxury tax e ipotesi simili. Ma nell’esecutivo Uefa non abbiamo ancora avuto notizie di nulla di tutto ciò. Credo comunque che qualcosa si farà".
Lei avrebbe delle proposte per migliorare il sistema?"Limiterei il mercato al periodo tra giugno e la metà di luglio: quando i giocatori tornano dalle vacanze, stop. Mi sono sentito dire: e se poi mi si fa male qualcuno? Facile: guardi nel vivaio, così magari scopri di avere qualche ragazzo valido ed eviti di spendere i soldi per comprare delle fregature".
Con il presidente Ceferin ha mai parlato del FFP e situazioni analoghe?"Ci parlo spesso, ma penso che a preoccuparsene dovrebbero essere i presidenti delle squadre, visto che è nel loro interesse. Tutti i club chiedono perché l’Uefa non faccia nulla, io invece mi chiedo perché non siano proprio le società a muoversi, ad avanzare delle proposte concrete. Esiste l’associazione dei club, l’Eca, e quella delle leghe, la Epfl, che ha chiesto un posto nell’esecutivo e dovrebbe ottenerlo presto. Ma questo servirà solo a essere politicamente più forti. L’Uefa si prenderà la responsabilità di mettere mano ai problemi compreso il fair play finanziario, come sempre. Ma perché non ci pensano le associazioni? Così viene il dubbio che siano organismi utili soltanto a gestire il potere".
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