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Boniek: “Per la panchina della Roma ecco i miei due nomi. Juve? Con Tudor…”

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"È stato un bel pareggio, ma la partita non mi ha entusiasmato", ha detto Boniek in merito al pareggio tra Roma e Juve
Matteo Pifferi Redattore 

"È stato un bel pareggio, ma la partita non mi ha entusiasmato. Nel calcio di oggi tutti giocano in maniera uguale, con mantenimento della palla senza verticalizzazioni. Il momento più bello della partita è stato l'inizio del secondo tempo con l'inserimento di Shomurodov, con la seconda punta la Roma ha verticalizzato di più". Così Zibì Boniek, ex attaccante di Juve e Roma e ora vicepresidente Uefa, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, sul pareggio di ieri era all'Olimpico.

Roma Juventus

"Nel primo tempo la Juve ha tolto alla Roma la possibilità di gestire la palla, alla squadra di Ranieri mancava qualcuno in mezzo che riuscisse a collegare difesa con attacco. E poi quando giochi con la difesa a tre e ti occupi solo di Vlahovic, in tutte le altre zone del campo la Juve aveva la superiorità numerica e nel primo tempo l'ha sfruttata in modo molto intelligente. Alla fine, però, pareggio giusto. La Juve è stata molto concentrata, si vede che il cambio di allenatore ha aumentato soglia di concentrazione e applicazione, si è visto ieri in campo".


Juventus Tudor

Con Tudor la Juve è cambiata in meglio? "Dirlo dopo due partite sarebbe una banalità - aggiunge Boniek - e anche ingiusto nei confronti del precedente allenatore. Ieri comunque la Juve l'ho vista bene. Yildiz ha numeri per dare molto alla Juve, è un futuro crack. Come tocca la palla, somiglia a Platini. Dovrebbe giocare più nel vivo del gioco, al centro. Invece lo fanno giocare esterno. La Juve ha qualità, fisicità, forse gli manca qualche giocatore fuoriclasse. Tre-quattro anni fa Vlahovic mi sembrava uno dei potenziali migliori attaccanti al mondo, ma ha troppi alti e bassi. Ieri però non gli è arrivata una palla buona".

Capitolo prossimo allenatore Roma. "Pioli lo conosco, stava con noi nella Juve, la più forte di sempre. Stefano è stato con noi uno-due anni come riserva. Da allenatore - spiega Boniek - ha fatto vedere quanto sia bravo. Ora è in Arabia, sicuramente vorrebbe tornare. Si dice però che i Friedkin, quando prendono decisioni, vogliono sempre sorprendere tutti e non vogliono che il nome giri prima dell'annuncio. E il nome di Pioli già gira, secondo me è già da scartare. Io ho due candidati, sempre con Ranieri nel ruolo di supervisor: a me piace molto Fabregas e come fa giocare il suo Como. E poi bisogna vedere cosa succede con Antonio Conte. Ancelotti? La Roma richiede un impegno, una voglia di lavorare e di migliorare da mattina a sera. Con tutto quello che ha fatto nella vita e che sta facendo ancora adesso al Real, Carlo può anche sperare in una panchina meno bollente e un po' più comoda di quella della Roma, magari una nazionale. Poi se Carlo venisse a Roma, sarebbe una cosa bellissima. Faceva parte del centrocampo Conti-Cerezo-Boniek-Ancelotti. Ma non so se ha voglia di tornare in Italia. Poi lui è abituato a vincere, a gestire squadre che possono vincere la Champions. A Roma bisogna costruire una squadra che possa arrivare al livello delle altre big". Boniek come si vedrebbe nei quadri dirigenziali della Roma del futuro? "Mi fanno tutti questa domanda da due anni, ma non ho mai parlato con nessuno. Conosco tutti quanti, sto bene a Roma, mi piace vedere giocare la Roma, però è una domanda alla quale non so dare risposta. Mi sarebbe piaciuto? Sì, forse ancora sì".

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