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Bonimba ricorda Facchetti: “Un buono ma quando si arrabbiava, mi diceva…”

Giovanni Montopoli

Otto anni dalla scomparsa di Giacinto Facchetti, autentica bandiera dell’ Inter. Per ricordare la figura dell’ex difensore nerazzurro e della Nazionale, è intervenuto a Tuttomercatoweb.com Roberto Boninsegna, suo amico e compagno di...

Otto anni dalla scomparsa di Giacinto Facchetti, autentica bandiera dell' Inter. Per ricordare la figura dell'ex difensore nerazzurro e della Nazionale, è intervenuto a Tuttomercatoweb.comRoberto Boninsegna, suo amico e compagno di squadra.

Se ripensa a Facchetti, cosa le viene in mente? "E' stato mio capitano all'Inter e in Nazionale. Grande uomo e giocatore, eccezionale personaggio dello sport italiano. E' stata una perdita enorme per l'Inter ma anche per noi ex nerazzurri che lui aveva riunito in società (a lavorare come osservatori, ndr). Ricordo che negli ultimi suoi mesi di vita andavamo a trovarlo a casa. Era quasi contento perchè sembrava che la malattia potesse essere superata, ma non ci fu niente da fare".

In generale com'era Facchetti? "Un buono. Ma quando si arrabbiava, anche per il suo gran fisico, incuteva timore. Se qualcuno gli faceva perdere la pazienza erano guai".

Da giocatore avrebbe meritato il Pallone d'oro? "I difensori sono penalizzati. Quel trofeo è anche questione di sponsor, lo ha vionto anche Sammer che in fondo era un calciatore di media levatura. Giacinot lo meritava ma spesso eran gli attaccanti a vincerlo".

Il legame con l'Inter è stato indissolubile."Assolutamente sì. La squadra lo ha fatto spesso soffrire. E quando era vicepresidente era spesso sul punto di dimettersi. Ma non lo faceva perchè mi diceva: "Se lascio, sto ancora peggio'"