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Boninsegna: “Inter, Dybala insieme a Lautaro. Io alla Juve? Non volevo andarci”

Marco Astori

Le parole dell'ex bomber: "L'Inter incontra la Juve in un momento di grande spolvero. Sarà molto dura, anche se spero di sbagliarmi"

Intervenuto ai microfoni del Corriere di Torino, Roberto Boninsegna, doppio ex di Juventus e Inter, ha parlato così del Derby d'Italia di domani sera: «E' paragonabile a una grande classica come la Milano-Sanremo, ma sarà una corsa a eliminazione: chi perde dice addio alle ultime chances di rimonta-scudetto. Io alla Juve? All'inizio non ci volevo andare, a Torino. Mi sentivo una bandiera inamovibile nerazzurra. Dissi al presidente Fraizzoli: "Alla Juve ci andrà lei". Ma la società aveva già deciso. E ai tempi non c'erano molte possibilità di trattare. Dovetti accettare. Oggi dico: "Meno male". In bianconero ho trascorso tre anni splendidi, in una società che era anche una famiglia eccezionale. Due scudetti, una Coppa Italia e una Coppa Uefa di cui conservo ancora il trofeo in miniatura».

Se Boninsegna è andato alla Juve allora Dybala può andare all'Inter. Al posto di Lautaro?

«No, direi insieme a Lautaro. Se fossi l'allenatore nerazzurro vorrei un trequartista come Dybala, intelligente e abile a inquadrare la porta, alle spalle di due punte come Lautaro e Dzeko. Li farei giocare tutti e tre insieme. Ma temo che Simone Inzaghi abbia un'altra mentalità: tanto che rischia di aver quasi perso un campionato che pareva quasi vinto».

Il suo pronostico per il derby d'Italia?

«Vinca il migliore, poi se indossa il nerazzurro tanto meglio... L'Inter incontra la Juve in un momento di grande spolvero. Sarà molto dura, anche se spero di sbagliarmi».

È l'ultima spiaggia per bianconeri e nerazzurri?

«Penso di sì. Una sconfitta taglierebbe fuori anche l'Inter, nonostante abbia una partita in meno. Allegri ora ha ripreso la squadra in mano, ha centrato un filotto di risultati ed è tornato ai piani alti. Che umiliazione, però, in Champions League: non si può perdere 0-3 a Torino contro il Villarreal... A me brucia ancora, perché la Juventus è pur sempre la mia seconda squadra».