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L'ex centravanti nerazzurro, Roberto Boninsegna, compie oggi 70 anni. Bonimba, soprannominato così da Gianni Brera, parla della sua Inter in un'intervista alla Gazzetta dello Spor: "Non mi sento 70 anni. Anzi, già che ci sono, chiarisco subito che i miei capelli sono naturali, senza tinta e senza trucco. Un dono di famiglia, perché mia mamma è morta a 91 anni e ne aveva ancora la metà neri. Cosa ricordo più volentieri? I miei anni con l’Inter che sarà sempre la mia squadra, malgrado i tanti tradimenti clamorosi. Primo tradimento. Cresco nell’Inter e sto per esordire in prima squadra, a Bergamo nel ’63, a 19 anni. Herrera, però, schiera ancora Di Giacomo con un braccio ingessato e pochi giorni dopo mi mandano in prestito al Prato, in B. A fine stagione torno a Milano, sperando di rimanere almeno vicino a casa, ma Allodi mi dice: “O vai a Potenza, o smetti di giocare”. Sono costretto ad andare, sempre in B. Intanto l’Inter vince tutto e io soffro perché avrei potuto esserci anch’io. Ma dopo un altro giro largo, sempre in prestito, perché da Potenza mi mandano al Varese, in A, con cui debutto proprio contro l’Inter. Quindi la parentesi, bellissima, al Cagliari, dove vado a titolo definitivo. Finiamo secondi nel ’69 e sento che può arrivare lo scudetto, ma Scopigno mi dice che bisogna sacrificare uno tra me e Riva. Gigi non vuole lasciare la Sardegna e capisco che devo partire io, però dico che accetto soltanto se torno all’Inter. Mi accontentano, anche perché in cambio arrivano Gori, Poli e Domenghini, che non me l’ha mai perdonata. Mi sembra un mistero"
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