Il calcio piange la scomparsa di uno dei più grandi interpreti del gioco più bello del mondo. Dopo una lunga malattia, a 82 anni si è spento Pelé, unico nella storia ad aver vinto tre Mondiali. Sul Corriere della Sera, Roberto Boninsegna, ex attaccante dell'Inter, lo ha raccontato a modo suo, a cominciare dalla storica finale del Mondiale del '70 in Messico:
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Boninsegna: “Con Pelé avrei fatto qualche gol in più, lui accendeva la luce”
"Avevano cinque trequartisti. Un concentrato di classe, eleganza e tecnica calcistica. Jairzinho, Gerson, Tostao, Pelé e Rivelino. Noi ne avevamo tre (Mazzola, De Sisti e Rivera) ma uno lo lasciammo in panchina… Quando Pelé seppe che Rivera non giocava, si preoccupò. Se questi non mettono in campo il Pallone d’oro, disse, sono davvero forti. Lui dettava i tempi, accendeva la luce, proponeva e concludeva. In una squadra dove tutti facevano tutto e bene. Eppure fino al 70’ restammo in partita. Poi la stanchezza venne fuori. La semifinale incredibile con la Germania si fece sentire. Mi resta il rammarico di non aver visto il duello Rivera-Pelé".
"Con lui a regalarmi assist, qualche gol in più l’avrei segnato. Ma non posso lamentarmi: da Mazzola a Bettega ho sempre trovato chi esaltava le mie qualità. Certo con un Pelé... Lui il più grande di sempre? Ognuno è il più grande del suo tempo. I paragoni tra epoche lasciano il tempo che trovano".
(Fonte: Corriere della Sera)
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