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Bonolis: “Inzaghi? Non serve cambiare ora. Senza quarto posto per Zhang si mette male”
In vista della sfida contro la grande rivale Juventus, La Gazzetta dello Sport ha intervistato il super tifoso nerazzurro Paolo Bonolis. Il conduttore tv ha parlato del momento dell'Inter, delle ultime sconfitte e del futuro del tecnico Simone Inzaghi:
«Leggo tante critiche all’Inter, ma a parte il Bologna, tutte le altre partite le ha dominate, ha avuto un sacco di occasioni ma la palla non è entrata. Nelle ultime tre di A su 62 tiri ha segnato solo un gol, su rigore, allo Spezia. Ho letto che dovrebbe allenare il ‘cinismo sottoporta’, ma quello non si allena: ce l’hai oppure no».
«Non so se ci siano acredini nello spogliatoio, ma a dieci giornate dalla fine, in un campionato interrotto dal Mondiale, non penso che sia la cosa migliore cacciare l’allenatore. Chiaro, il tifoso non è contento, ma secondo me è più importante pensare di ricostruire partendo dai giovani, senza essere ghiotti di vittorie istantanee».
«In futuro l’importante è non avere un tecnico talebano, meglio uno camaleontico che cambi schema in base alle necessità. L’importante è la rosa, purtroppo abbiamo diversi giocatori nello stesso ruolo, come Calhanoglu e Mkhitaryan. Mentre Correa potrebbe entrare nel cast di “The Others” (film del 2001 a tema fantasmi, ndr). Dumfries, poi, ha fisico ma non intelligenza tattica da A e Lukaku ha avuto troppi infortuni. Il gioco è prevedibile, scontato, ci manca un trequartista che salti l’uomo come Brahim Diaz».
«Barella e Lautaro. Dzeko? Lo terrei come quarta punta. E acquisterei un esterno offensivo che salti l’uomo».
«Al quarto posto: se non lo raggiunge, per Zhang si mette male! Non sarà facile, c’è una bella concorrenza con Roma, Milan e Lazio».
«La Juve è stata fortunata, fa un gol e si chiude, è utilitaristica».
«No – sorride - è l’arbitro...».
«Mi piacciono Rabiot, Cuadrado e Fagioli. La bellezza del calcio è che una partita può ribaltare tutto e in un attimo noi tifosi ricominciamo a nutrire speranze. La Juve è più abbordabile del Benfica, spero in un piccolo miracolo di orgoglio. Vorrei scendere in campo anch’io, ma non posso, ho quasi 62 anni, una “certa”!».
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