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Ivano Bordon, ex portiere dell'Inter degli anni Settanta, ha concesso un'intervista al Corriere dello Sport.
Di sicuro Handanovic la supererà nelle presenze totali. Lei è secondo con 382 gare dietro Zenga (473), ma lo sloveno è a 324 e ha davanti a sé almeno ancora un paio di annate. L'attuale capitano dell'Inter merita di finire su questo ideale podio?
"Assolutamente sì. Da anni ha un rendimento altissimo e credo proprio che mi supererà. A differenza mia e di Zenga, Handanovic non ha però ancora vinto nulla, quindi gli auguro di aggiungere presto dei trofei alla sua bacheca".
Si rivede in lui?
"Sì, l'ho detto spesso. Io quando giocavo mi rivedevo in Lido Vieri, avevo condiviso con lui lo spogliato per diverse stagioni. Quando riguardo alcune immagini, a volte non capisco se sono io o Vieri in porta, perché mi muovevo come lui. Oggi credo che Handanovic mi assomigli molto. E' tranquillo, non si agita, è un portiere che non fa cose fuori dal normale per emergere. Para, e questo conta. E poi è uno di poche parole come il sottoscritto".
L'impressione è che Handanovic sia migliorato ulteriormente nelle ultime due stagioni, concorda?
"Sì, perché si può sempre migliore. Penso che nel suo caso, al di là dell'applicazione, molto sia dipeso anche dalla fascia di capitano che ora indossa al braccio. La responsabilità ha aumentato in lui il senso di dovere verso club e compagni, dandogli una maggiore tranquillità".
L'Inter sta valutando di affiancare ad Handanovic un altro "numero uno", si parla di Radu e Musso.
"Io sono della vecchia scuola e per me il portiere titolare deve essere uno e basta. Il portiere è un ruolo particolare, la questione mentale è importantissima, il turnover può distogliere attenzione. Detto questo, sono cambiati i tempi e i regolamenti, oggi il portiere può rischiare di essere espulso o infortunarsi, quindi posso capire che una società voglia cautelarsi con un secondo di alto livello".
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