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Highsnobiety
L'Inter ha da poco cambiato il logo ufficiale. Il club nerazzurro si è affidato allo studio di design Bureau Borsche, intervistato da highsnobiety Mirko Borsche ha spiegato come è nato il nuovo stemma:
Cambiare il marchio di una squadra di calcio delle dimensioni e del prestigio dell'Inter è un'impresa complicata. Come hai affrontato un compito così in breve tempo e da dove inizi qualcosa di questa portata?
"FC Internazionale Milano ci ha contattato per discutere dell'evoluzione del loro logo. Le squadre di calcio sono ora più attive al di là del campo e del mondo del calcio stesso, e con questa nuova attività è importante adattarsi e stabilire un'identità competitiva. Per ogni squadra di calcio, lo stemma è il Santo Graal adorato da milioni di fan in tutto il mondo. Quindi lavorare sulla cresta è stato il punto di partenza ma anche la parte più impegnativa del processo".
Quali sono stati gli aspetti più importanti da trasmettere per te?
"Il dualismo della squadra di calcio. Per noi era importante trasmettere la forte storia, i valori sociali e culturali dell'Inter, comunicando contemporaneamente l'Inter come un marchio globale contemporaneo. L'Inter è un club conosciuto da tanti provenienti da diverse parti del mondo. Volevamo creare un look che fosse accessibile, sofisticato, riconoscibile e forte".
Gli stemmi del calcio sono una forma unica di design grafico data l'adorazione e il folclore che li circonda. Questo aggiunge pressione oltre ad altre riprogettazioni del logo?
"Il design è soggettivo, che si tratti di una squadra di calcio, di un marchio di moda o di un programma per l'opera. Abbiamo affrontato questa riprogettazione con rispetto e ammirazione per tutto ciò che riguarda FC Internazionale Milano. Fin dall'inizio, abbiamo deciso di mantenere le caratteristiche visive storiche dello stemma originale, rendendo contemporaneamente le forme più semplici".
L'Inter nasce da un cameratismo tra persone di diversa estrazione che risale alla formazione del club. Quanto è importante per te questa identità nel tuo design?
"Il dualismo di Internazionale e Milano è stato essenziale per il restyling. Il club è orgoglioso delle sue radici milanesi e della sua cultura di tifosi internazionali. Questo orgoglio è esemplificato e amplificato nel nuovo stemma. Internazionale I e Milano M sono più importanti che mai".
C'è una classe ed un'eleganza nell'Inter rinomata in tutto il mondo. Come si traduce quel personaggio quando si lavora su qualcosa come uno stemma che incarna l'intero club?
"Abbiamo sviluppato un sistema per tutti i settori dell'Inter. Abbiamo creato uno stemma che fa riferimento all'originale di Giorgio Muggiani, che è accompagnato da un nuovo marchio. L'audace logo condensato ha un aspetto forte che completa lo stemma e modella gli elementi centrali dell'identità visiva. Il compito era creare qualcosa di moderno ed elegante pur mantenendo un aspetto forte e sportivo".
Il precedente stemma dell'Inter aveva una tipografia ben composta e riconoscibile che risale al 1908. Come ti sei avvicinato alla tipografia nella riprogettazione?
"Le scritte e la composizione dei personaggi erano bellissime. Allo stesso tempo, era piuttosto complesso. Il nuovo logo si focalizza sulla I e la M. La I rimane al centro dello stemma. Sebbene leggermente modificata, la M conserva i suoi bracci a sbalzo unici. La M simmetrica rimane dietro la I. Anche la base circolare degli anelli rimane intatta. Nel complesso l'aspetto visivo del nuovo stemma allude a quello vecchio. La relazione di spazio tra le lettere e lo spazio bianco in mezzo rimane quasi la stessa (circa il 90%)".
Il blu, il nero e l'oro dell'Inter sono un aspetto determinante dell'estetica del club. C'era spazio per sperimentare la tavolozza dei colori dello stemma precedente?
"I colori del club furono definiti da Giorgio Muggiani nel 1908, quando disegnò lo stemma originale la notte del 9 marzo. Ogni colore ha un significato separato e specifico. Fin dalla fondazione del club, l'Inter ha quasi sempre indossato strisce blu e nere, guadagnandosi l'appellativo nerazzurro. Negli ultimi 110 anni i colori dell'Inter sono cambiati solo di gradazione. Abbiamo fatto lo stesso. Il blu è ora più intenso rispetto al vecchio azzurro. La nuova saturazione porta un tocco moderno e digitale. Lo stesso vale per l'oro. Ora appare come un colore vibrante e potente, simile all'oro utilizzato nelle iconiche maglie degli anni '90".
C'è anche il Biscione (emblema del serpente) che gioca un ruolo centrale nella storia dell'Inter. Come è entrato nella riprogettazione?
"Il Biscione è il simbolo araldico e storico della città di Milano ed è inscindibilmente legato al club dell'Inter. Il Biscione divenne addirittura per breve tempo il logo ufficiale alla fine degli anni '70. Fa ancora parte del restyling, utilizzato come modelli di pelle Biscione, illustrazioni di diversi stili di disegno, rendering 3D e merchandise fisico".
Negli ultimi anni le squadre di calcio hanno assistito a un enorme cambiamento nel modo in cui comunicano. Come percepisce l'Inter il marchio contro l'Inter il club?
"Per l'Inter, e per il calcio europeo in generale, ora è il momento di introdurre una nuova direzione. È tempo di affrontare le sfide del nostro mondo sempre più esigente, dentro e fuori dal campo e in tutto il mondo. Affinché una squadra di calcio vada oltre i cancelli degli stadi e le partite settimanali, deve presentarsi come un marchio globale. Non solo per essere presenti nella società e nel mondo dello sport ma per emergere nella più ampia sfera del consumo (di beni e contenuti), della comunicazione, e diventare una vera e propria società di intrattenimento. Cento anni fa, le squadre di calcio erano in grado di comunicare solo per più di 90 minuti in campo, e ora è 24 ore su 24, 7 giorni su 7 sui social media. Il consumo di contenuti e i relativi requisiti di identità di marca sono cambiati".
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