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Ci abbiamo pensato tutti. Come i tifosi al Franchi che in un secondo hanno fatto silenzio attorno a quanto stava accadendo in campo. Il malore di Edoardo Bove ha impietrito i sostenitori presenti allo stadio e quelli a casa. Tutti con il fiato sospeso ad aspettare un cenno, una parola che facesse pensare in positivo. Fiorentina-Inter alla fine è stata rinviata per quanto successo al centrocampista che si è accasciato all'improvviso a terra, accanto a Calhanoglu e Dumfries che subito hanno capito cosa stava succedendo.
Da qualche minuto lamentava un capogiro dopo uno scontro fortuito di gioco e si era fermato sul prato, piegato sulle ginocchia per qualche secondo mentre attorno a lui l'arbitro aveva appena annullato un gol a Lautaro e c'era una ressa a bordo campo in attesa del verdetto del VAR. Tutto spazzato via in un secondo con il giocatore che si rialza ma dopo qualche passo cade a terra e sembra perdere i sensi: i giocatori interisti si sbracciano, richiamano medici e arbitro. Cataldi si fionda di lui, lo aiuta a respirare tirandogli fuori la lingua. Sono attimi, i compagni del giocatore sono disperati e scioccati in campo. Quelli interisti e quelli della Fiorentina, in lacrime molti di loro. Arrivano i medici dell'ambulanza che hanno tra le mani quello che serve a rianimare. Il mezzo aspetta a bordo campo per non impantanarsi, ma i giocatori urlano di fare qualcosa. Sugli spalti il silenzio totale, le facce preoccupate, il rispetto di chi ha già vissuto un trauma. Il giocatore che lascia lo stadio. L'attesa per le notizie arrivate dall'ospedale dove il giocatore è stato stabilizzato. Dopo qualche ora il comunicato che parla del giocatore sedato, ricoverato in terapia intensiva per sicurezza. Soprattutto, dice il club viola, non ha riportato danni acuti. È andata bene.
Come era successo nel 1981. Giancarlo Antognoni rimase a terra dopo uno scontro col portiere avversario, arresto circolatorio per una botta in testa: anche lui fu soccorso sul campo, anche lui aveva la lingua ad ostruire il passaggio dell'area, anche lui andò al Careggi di Firenze e la gente attese in silenzio l'annuncio che era andato tutto okei, che la loro bandiera era fuori pericolo. Ma la Fiorentina ha dovuto scontrarsi anche con la morte improvvisa di Davide Astori, nel ritiro di Udine, prima di una partita nel 2018. Era il capitano della Fiorentina, morì nel sonno e lasciò senza parole il popolo viola e tutti i tifosi di calcio che non lo dimenticano di certo. Un anno fa invece la morte di Joe Barone, all'improvviso. Il dirigente era in provincia di Bergamo in attesa di Atalanta-Fiorentina: un infarto gli è stato fatale, al San Raffaele di Milano hanno fatto di tutto per salvarlo, ma non ci sono riusciti. Un'altra grave perdita per il popolo viola e per il calcio italiano.
Un precedente ce l'aveva in cuor suo anche l'Inter. Anche se non è accaduto quando aveva la maglia nerazzurra addosso, ma era un giocatore del club nerazzurro con cui in quell'anno aveva appena vinto lo scudetto. Eriksen, i momenti incredibili all'Europeo quando si è accasciato a terra nella gara della sua Danimarca contro la Finlandia. Era stato un trauma per tutti gli interisti e per chi in quel momento stava guardando la partita. Il giocatore danese è tornato a giocare con un defibrillatore al cuore che gli ha permesso di continuare a fare attività sportiva. Ma lontano dall'Italia e dall'Inter che ha dovuto lasciare dopo quanto gli è accaduto: nel nostro Paese non è permesso giocare con un impianto al cuore. Chris ha ricominciato dal Brentford e oggi gioca nello United.
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