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Marco Branca, ex direttore tecnico dell'Inter, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport della formazione nerazzurra a due giorni dal derby: "La società ha fatto il massimo per dare il meglio al tecnico dopo lo stop di agosto. E ora, senza coppe, la rosa è ampia. In questi mesi strani per il Covid serve cautela. Diciamo, però, che l'Inter è attrezzata per vincere, ma il Milan non è lì per caso: ha gioco e qualità. E finalmente Milano è tornata in alto, dopo il difficile ricambio per l'uscita di scena di Moratti e di Berlusconi".
Chi di questa squadra paragona ai suoi eroi del Triplete?
"Non mi metta in difficoltà. I giocatori sono permalosi, non mi perdonerebbero… Però sin dall'inizio ho detto che Lukaku è decisivo in questa squadra. Forse deve migliorare contro le grandi, questioni di dettagli, ma ha tutto per fare la differenza. In generale credo che questo gruppo abbia solo bisogno di vincere un trofeo per acquisire la convinzione necessaria per aprire un ciclo. Non è certo un problema tecnico".
Chi è cresciuto di più tra i giocatori di Conte?
"Barella è un gigante, nonostante non abbia un fisico super. Ha testa ed è migliorato per personalità. È tra i centrocampisti top in Europa perché sa fare bene tutto. Anche Bastoni è ad ottimi livelli, ma deve acquisire più ritmo per il salto di qualità definitivo: il tempo gioca per lui".
Eriksen è in ripresa dopo mesi difficilissimi.
"A volte il carattere incide quanto la tecnica. Il danese evidentemente doveva ritrovare la fiducia in sé stesso, gli serviva soltanto una scintilla. Forse è arrivata con la punizione-gol in Coppa Italia. E può essere il regalo-scudetto, l'acquisto migliore per la prossima stagione".
Invece Hakimi è una sicurezza.
"Diciamo che è un pericolo pubblico, davvero forte. Invece Lautaro Martinez si complica la vita, cerca sempre di fare la cosa più difficile".
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