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Opinioni a confronto. SportMediaset sul blog dedicato a Maurizio Mosca mette uno di fronte all'altro due pareri diversi sull'argomento del giorno Josè Mourinho. Da una parte Alberto Brandi che dà ragione al portoghese, dall'altro Emanuele Dotto, contrario ai modi di fare dell'allenatore del Real Madrid.
PRO MOU - Secondo il conduttore di Contro Campo c'è poco equilibrio nelle critiche a Mourinho che in meno di una settimana è passato dall'essere geniale all'essere normale. Hanno accusato l'ex allenatore dell'Inter di aver giocato in maniera passiva, dando al Barcellona il pallino del gioco. "Ma - sostiene il noto giornalista - come una settimana fa ha cercato di vincere la partita a scacchi con il dream team blaugrana con lo stesso atteggiamento tattico. Quella volta andò bene, stavolta si è inchinato davanti al risultato".
Mou ha incrociato 14 volte nella sua carriera il Barcellona e in almeno sette casi ha giocato la partita con un uomo in meno. A Brandi non è piaciuto l'atteggiamento dei giocatori del Barça, simulazioni, assedio verso l'arbitro, voli in area. Se non riuscirà ad andare in finale almeno Mou avrà vinto la Coppa del Re e ha regalato al Real una semifinale dopo sei eliminazioni agl ottavi: "Questo Real fino alla scorso anno era sicuramente molto meno speciale", sostiene Brandi.
CONTRO MOU - Emanuele Dotto, suo collega di Mediaset, invece ritiene che i piagnistei di Mou sugli arbitri sono inutili. Piuttosto doveva pensare a fare un altro tipo di gioco, quello a cui il Real è abituato, come quando in passato prendeva a pallate le avversarie. Voleva fissare il risultato sullo 0-0 per poi colpire in contropiede fuoricasa, ma l'espulsione di Pepe ha rovinato tutto. "L’espulsione di Pepe - sottoliena Dotto - sarà materia di discussione infinita, le smorfie di sfida di Mourinho al quarto uomo arricchiscono l’album fotografico di questo istrione della panchina . Un grande, come ha dimostrato vincendo tutto con l’Inter. Non un grandissimo, come sta dimostrando sulla panchina del Real: perché se la più titolata squadra d’Europa (9 coppe Campioni contro le 7 del Milan) non arriva almeno in finale è un fallimento. Sulla scia di quelli, recenti, targati Manuel Pellegrini, Juande Ramos, Schuster e Fabio Capello".
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