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Breitenmoser: “Buchanan giocatore incredibile. Nell’uno contro uno è devastante”

Fabio Alampi Redattore 
Il direttore sportivo del FC Wil descrive così l'esterno canadese, nuovo acquisto dell'Inter e suo ex compagno di squadra

Tajon Buchanan è un nuovo calciatore dell'Inter: l'esterno canadese arriva a titolo definitivo dal Club Brugge, e si lega ai nerazzurri con un contratto fino al 30 giugno 2028. Jan Breitenmoser, direttore sportivo del FC Wil in Svizzera ed ex compagno di squadra del classe '99 ai tempi del College negli Stati Uniti, ne ha parlato ai microfoni di gianlucadimarzio.com:

"Io ero già allo Syracuse Orange da un anno quando arrivò Tajon. Era un ragazzino molto introverso e umile, parlava poco. Rispetto a quello che potrà pensare la gente vedendolo giocare, Buchanan fuori dal campo ha i piedi per terra ed è molto timido. Non ha bisogno di far parlare di sé o dei riflettori, perciò la gente gli voleva molto bene. Ricordo che al college c'erano tante feste qua e là, ma a lui non interessavano, non era un festaiolo. Tajon era solo concentrato sul calcio, voleva diventare un professionista a tutti i costi. Magari era introverso fuori, ma in campo si notava subito che era un calciatore 'elettrico' che faceva la differenza. A quei tempi era un attaccante nel nostro 3-5-2, ma nonostante il ruolo non era un bomber. Ha velocità, tecnica e una grande conoscenza del calcio, e credo che le sue qualità si sposino benissimo con il ruolo di esterno. Ma a parte questo deficit del gol è un giocatore incredibile. Oggi è un esterno alto, con una buona esperienza anche da terzino destro".

"Era quasi impossibile fermarlo nell'uno contro uno. Anche per Kamal Miller, che oggi gioca con Lionel Messi all'Inter Miami, e il nazionale americano Miles Robinson era molto difficile stopparlo durante le sedute al centro sportivo. Ai tifosi dell'Inter dico che Buchanan ha tanta qualità per far bene a questi livelli e come detto nell'uno contro uno è devastante. La fase difensiva? Alla fine quello che conta è la mentalità e lui ha la testa giusta. È un grande lavoratore, sempre pronto ad ascoltare quando gli insegnano cose nuove.

Per i giocatori belli da vedere con la palla come lui è sempre difficile far bene anche la fase difensiva, ma lui è uno che è sempre pronto a metabolizzare nuovi concetti e imparare. Non è una coincidenza che sia con la maglia del New England Revolution sia al Bruges sia stato usato come esterno destro alto. Tutti i suoi allenatori si sono accorti che quello è il suo ruolo migliore, perché è bravo nel creare occasioni da gol e nel dribbling. Da terzino destro non potrebbe far valere una delle sue qualità maggiore: l'assist".


"Già ai tempi del college era qualcosa di speciale ed eccezionale. Però non avrei mai pensato che potesse un giorno giocare in uno dei più grandi club al mondo, come è l'Inter. Ma sicuramente ne aveva già il potenziale. [...] Non mi piace fare paragoni. Ma per me deve giocare a destra, perché non è quella classica ala invertita moderna a cui piace accentrarsi con il piede migliore per andare al tiro. Lui fa la differenza con la sua velocità e dribbling. Ma a destra.

In zona gol deve fare ancora uno step. Se diamo un'occhiata alla sua carriera ci rendiamo conto che non ha il gol nel sangue. È bravo negli assist e trova sempre modo per far male alle difese avversarie, ma ha numeri da gol che non saltano all'occhio. È perfetto per dialogare con Marcus e Lautaro in campo, perché grazie al suo modo di giocare libera spazi per i compagni intorno a lui. Sa ricevere la palla tra i piedi ma anche attaccare gli spazi con palle in profondità. E poi sa far male in tutti i modi perché è molto polivalente".


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