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Bremer: “Da Vlahovic a Osimhen, come studio le punte. Meglio a 3. E voglio…”
È Gleison Bremer il protagonista della puntata My Skills di DAZN. Il difensore del Torino, primo obiettivo dell’Inter sul mercato per l’estate, ha parlato così tra passato, presente e futuro: “Più forte di tutti o quello che si allena più di tutti? Sicuramente quello che si allena più di tutti. Però di conseguenza divento uno dei migliori. Ma chi è il migliore di tutti dovete dirlo voi (sorride, ndr).
Derby all’Allianz Stadium con Vlahovic da marcare?
“Ho aspettato un po’ Vlahovic, sapevo che usava spesso il sinistro. Prima di affrontare un avversario dobbiamo studiare per capire la sua forza, la sua debolezza, è un aiuto in più. Pressione applicata? Ho sentito le parole di Allegri, ma non sarebbe un problema. Ovunque sarebbe andato Vlahovic io lo avrei seguito, uno contro uno a tutto campo dice di fare il mister”.
Quanto cambia il tuo modo di difendere con l’attaccante che hai di fronte? Tipo Osimhen o Vlahovic o Ibrahimovic…
“50 e 50 il mio e il mister, che mi aiuta. Con Osimhen tipo, lui è più veloce di me, è diverso, non cerco mai l’anticipo. Da Osimhen sto a 3 metri. Sto attaccato a Ibra, non è veloce, provi ad anticiparlo”.
L’attenzione dentro l’area cambia o è la stessa che c’è in mezzo al campo?
“Qui devi cambiare. Sei più vicino alla porta, devi stare attaccato a tutti in area. Devi sempre marcare in area, vicino, col braccio a contatto. Così sto svelando i miei segreti (ride, ndr)”.
In Italia si dice ai difensori di lasciar girato l’attaccante… A te basta?
“Io voglio rubare la palla, diventa un’azione offensiva nostra. Oggi il calcio è cambiato tanto, devi rubare la palla, non far scaricare. Alcuni vanno fuori di testa quando gli rubi la palla”.
Difesa a 4 e a 3, le hai fatte entrambe. Dovessi scegliere?
“Difficile questa. Difesa a 3 sono abituato, così sono esploso. Se devo scegliere, scelgo la difesa a 3”.
Una tua caratteristica è l’anticipo secco…
“La loro difesa è schierata, ho intercettato palla e avviato l’azione d’attacco”.
È una capacità di lettura tattica quindi.
“Sto diventando intelligente, per giocare come vuole il mister serve cervello. Non è solo marcare e forza, serve la testa. Bisogna leggere bene le giocate, se sono incerto non vado io e mi fermo ecco, non cercando l’anticipo”.
Senti la fiducia dei tuoi compagni?
“Sbagliano loro se credono che io non sbagli, perché tutti possiamo sbagliare. Se l’avversario è veloce non posso stargli troppo attaccato ad esempio, perché se poi mi fa corto-lungo sono morto. Intervengo quando sono in netto anticipo. Io arrivo sempre forte, piuttosto faccio fallo. Io sto addosso, non lascio un metro: se sbaglia lo stop è palla recuperata. Io dico sempre ai miei esterni che quando rubo palla e vado in area devono crossare, se no faccio una corsa a vuoto, inutile, è successo col Sassuolo e ho preso il legno”.
So che il tuo idolo è Lucio…
“Prima il difensore doveva solo difendere, ora deve giocare il pallone, con mister come Juric e Gasperini. Van Dijk oggi è fortissimo, c’era anche Sergio Ramos, ora sta soffrendo gli infortuni. Van Dijk è un top nel ruolo. Lui ha tutto: fisico, palleggio, è forte forte. In Italia c’è Koulibaly che è forte”.
Il rapporto coi gol… Come nasce?
“Mi piace fare gol. Qualcosa creo, anche se non sempre segno. Di solito calcia Mandragora, lui calcia molto centrale in area, devi arrivare in corsa. Hai 3 o 4 secondi per leggere le palle, dove vanno. Preferisco fare terzo tempo e saltare contro una difesa a zona piuttosto che a uomo. So dove arriverà la palla. Il braccio per saltare aiuta tanto”.
Riesci nella stessa partita a tenere la forza mentale anche se fai un errore?
“Sì, devo essere forte mentalmente, questo è 80/90%. Devi stare sempre attento anche se sbagli, in Serie A segnano a ogni tuo errore, i giocatori sono forti”.
Vuoi fare la storia o pensi partita per partita?
“Quando ho iniziato questo percorso, ho sempre voluto fare una grande carriera. Voglio superare i miei limiti ogni anno come Messi e Ronaldo, voglio migliorare sempre”.
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